Previdenza e pensioni

Quanto aumentano davvero le pensioni minime nel 2023

Con la manovra viene stabilito che eccezionalmente per le pensioni minime la rivalutazione sarà al 120%, quindi per un tasso pari all’8,76%

Quanto aumentano davvero le pensioni minime nel 2023


Il governo Meloni mette mano alle pensioni minime, riconoscendo un aumento leggermente più elevato rispetto a quello che sarebbe risultato senza attuare
alcuna modifica. La pensione minima, infatti, al pari degli altri trattamenti previdenziali, a inizio 2023 godrà dell’aumento dovuto alla rivalutazione, strumento con il quale l’importo viene adeguato all’andamento dell’indice dei prezzi registrato lo scorso anno. Per il 2023 l’Istat ha già accertato un tasso provvisorio del 7,3%, che
applicato sulla pensione minima ne avrebbe portato l’importo dagli attuali 525,38 euro a 563,73 euro.

Tuttavia, con la manovra viene stabilito che eccezionalmente per le pensioni minime la rivalutazione sarà al 120%, quindi per un tasso pari all’8,76%. Ne conseguirà un aumento di 46,02 euro, circa 8 euro in più rispetto a quanto sarebbe risultato dalla rivalutazione al 100%. Quindi, nel 2023 la pensione minima avrà un importo pari a 571,40 euro, 7.428,20 euro l’anno. Un aumento di cui beneficeranno coloro che hanno la pensione inferiore al suddetto importo: è importante sapere, infatti, che esiste uno strumento, chiamato integrazione al trattamento minimo, che permette a coloro che percepiscono una pensione molto bassa di godere di un leggero aumento, fino ad arrivare appunto all’importo della pensione minima.

A godere di tale strumento, però, sono solamente coloro che hanno la pensione calcolata almeno per una parte con il sistema retributivo, e che non hanno altri redditi diversi dalla pensione. In presenza di altri redditi, ma d’importo inferiore al valore annuo della pensione minima, l’integrazione spetta ma in misura parziale.

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