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Previdenza: vantaggi anche nelle tasse

Per chi decide per le forme di tipo complementare al momento della liquidazione il fisco è più «leggero»

Analizzando le diverse caratteristiche del Tfr e della previdenza complementare, è possibile delinearne i tratti distintivi e valutare meglio i vantaggi delle forme di previdenza complementare rispetto al Tfr. Il rendimento del Tfr accantonato, a esempio, viene rivalutato annualmente con un tasso pari all’1,5% più il 75% dell’indice Istat dei prezzi al consumo: nel caso, invece, della previdenza complementare il Tfr versato viene rivalutato in base al tasso di rendimento ottenuto annualmente dal Fondo al netto dei costi. Se previsto, viene garantito un tasso minimo di rendimento mentre l’offerta articolata in più linee d’investimento (da quella conservativa a quella bilanciata fino a quella prevalentemente azionaria) consente di sfruttare meglio le opportunità di medio lungo termine dei mercati finanziari.
Il Tfr accantonato nella forma classica, viene liquidato sotto forma di capitale al momento del pensionamento o ogni qual volta si cambia datore di lavoro; inoltre dopo almeno 8 anni, consente anticipazioni (fino ad un massimo del 70% per spese sanitarie, oppure per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa). Nel caso, invece, si opti per una forma di previdenza complementare, le prestazioni erogabili in forma di capitale sono fissate nel limite del 50% del montante finale accumulato al momento del pensionamento; le anticipazioni sono consentite fino a un massimo del 75% dell’accantonamento, da subito per le spese sanitarie, e dopo 8 anni per l'acquisto o la ristrutturazione della prima casa. Inoltre, è prevista la possibilità di richiedere anticipazioni dopo 8 anni, con un limite massimo del 30%, ma senza vincoli (per qualsiasi ragione di carattere personale). Passando al riscatto, nel caso del Tfr è immediato, all’atto del pensionamento o in caso di perdita (o cambio) di lavoro mentre nella forma di previdenza complementare, è consentito trascorso almeno un anno dalla perdita di lavoro (seppure con alcune limitazioni). E se per il Tfr il lavoratore di fatto non sostiene costi, mentre le forme di previdenza complementare presentano spese che riducono l’effettivo ammontare del Tfr versato, i vantaggi tornano a essere consistenti per chi sceglie la previdenza integrativa toccando il capitolo della tassazione. Infatti alle somme lorde maturate con il Tfr, si applica, al momento della liquidazione, la tassazione separata. Diverso il discorso per le forme di previdenza complementare.

In questo caso, infatti, al momento della liquidazione si applica una tassazione definitiva più favorevole: da un massimo del 15%, cioè inferiore a quella del primo scaglione Irpef (che per l’anno fiscale 2007 è pari al 23%) fino a un minimo del 9%, al 35esimo anno di iscrizione e contributi. Le somme percepite a titolo di anticipazione (escluso spese sanitarie) sono tassate al 23%.
(Fonte: Direzione Marketing-Sviluppo
Prodotti di Alleanza Assicurazioni)

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