Il primo problema del centrodestra? Recuperare i giovani

Secondo i sondaggi la netta maggioranza dei trentenni ha scelto la sinistra. Come il 50 per cento degli elettori del Terzo polo

La netta maggioranza dei trentenni milanesi ha votato per Giuliano Pisapia. È questo il primo problema con cui si troverà a fare i conti il nuovo Pdl.
I dati li fornisce un sondaggio del numero in uscita dell’Espresso. Secondo le stime di Swg, Pisapia ha ottenuto il 65 per cento dei consensi nell’elettorato compreso tra i 25 e i 34 anni di età. Dieci punti in più rispetto al risultato complessivo (55,1 per cento contro il 44,9 della Moratti). Più in linea la risposta dei 18-24 enni (54 per cento), «ma bisogna considerare che in passato i giovani milanesi mostravano un netto orientamento verso il centrodestra» commenta Rado Fonda, direttore di ricerca di Swg. Nel 2006, infatti, il voto dei ventenni premiò la Moratti con un paio di punti percentuali sopra la media.
Spiega Alessandro Amadori di Coesis Research che «Pisapia a Milano è stato percepito come un candidato al di fuori dei blocchi». Secondo Amadori «è una tendenza di lungo periodo, dagli anni Novanta e fino al 2005 circa il voto giovanile è andato a destra. Ora si vede una netta inversione di rotta». Il problema è anche sociale: in condizioni destrutturate - sostiene Amadori - i giovani votano a sinistra perché cercano tutela. In un certo senso, sono l’unica vera classe nella società di oggi». Il ballottaggio di Milano si è caratterizzato per una elevata partecipazione: è andata a votare praticamente la stessa percentuale di votanti che si era avuta al primo turno (67,4% contro il precedente 67,6%), contrariamente al fatto consolidato che al ballottaggio in genere si vota assai di meno (si è verificato tutte le città).
Poiché è fisiologico che al secondo turno una quota di chi ha votato al primo turno non si rechi alle urne (o perché elettori «tiepidi» oppure e soprattutto in quanto elettori di altri candidati che non apprezzano nessuno dei due contendenti), questa elevata partecipazione segnala che al ballottaggio sono andati a votare anche elettori che non si erano recati alle urne il 15 1 16 maggio. Questo meccanismo in genere agisce su elettori favorevoli al cambiamento, ma che per sfiducia nello stesso non si recano alle urne al primo turno e che di fronte alla prospettiva di un ribaltamento degli equilibri si galvanizzano e si recano a votare. È esattamente quanto è successo a Milano, secondo un’analisi dei flussi elettorali compiuta dall’Istituto Cattaneo di Bologna. Il contributo maggiore al voto per Pisapia (al di fuori di chi lo aveva già votato al I turno) viene dall’astensione: un flusso di 2,2 punti percentuali (su elettori) dal non voto è passato al candidato del centrosinistra Pisapia.

La seconda componente del suo successo si fonda su un flusso di voti da elettori del Terzo polo: questi si sono divisi fra la Moratti e Pisapia, ma il secondo passaggio è stato nettamente superiore al primo (su 100 voti del Terzo polo nel I turno, 35 sono andati alla Moratti e 51 a Pisapia).

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica