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La Procura: «Inchiesta corretta, lo proveremo»

Milano - Da una parte l’Avvocatura dello Stato, che rileva «il sensibile danno recato all’immagine del governo italiano, soprattutto nella vitale materia della collaborazione fra Stati nel campo dell’antiterrorismo». Dall’altra, la Procura di Milano. «Proveremo l’assoluta correttezza delle nostre indagini davanti alla Consulta». Non solo, sarà intrapresa «ogni azione legale» a tutela della «correttezza del nostro operato». Strascichi dell’inchiesta sul sequestro di Abu Omar. Ormai scontro tra poteri dello Stato, più che semplice conflitto di attribuzione sul quale dovrà decidere la suprema Corte.
Parole di fuoco dai procuratori aggiunti Ferdinando Pomarici e Armando Spataro, che seguono le pesanti accuse contenute nel documento presentato alla Consulta dall’Avvocatura, in cui si imputa ai magistrati milanesi di aver tenuto un «atteggiamento che appare teso all’apprendimento di notizie coperte da segreto di Stato», «forzato» interrogatori e svolto indagini «nel dichiarato scopo di pervenire ad accertamenti vietati dall’ordinamento vigente», data «l’attività di un apparato dello Stato (il Sismi, ndr) le cui funzioni attengono alla sicurezza della nazione». «Nel sottolineare che tutti gli interrogatori sono avvenuti in presenza di difensori degli indagati - è la replica di Spataro e Pomarici -, i pm si riservano ogni azione legale a tutela della correttezza del proprio operato e onore professionale».

E l’apertura di una pratica a tutela dei magistrati di Milano è stata chiesta al Csm dai consiglieri togati del Movimento per la Giustizia, per i «pesantissimi giudizi, in larga parte politici, sull’attività dei pm» espressi dall’Avvocatura, «e le gravissime accuse su pretesi atteggiamenti tenuti nella conduzione delle indagini e nella stessa attività giudiziaria espletata».

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