(...) e il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino - parlano per pudore di «dimenticanza cui porre sollecitamente rimedio», altri influenti rappresentanti dello schieramento prodiano - tanto per dire: il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, e il segretario di Rifondazione comunista, Fausto Bertinotti - non si fanno scrupoli a esultare per aver imposto allineffabile Professore-cuor-di-leone la loro opposizione pregiudiziale alle grandi opere e, in buona sostanza, alla crescita economica e sociale del Paese. In realtà, nelle 300 pagine di testo preparate da Prodi, cè tutto lo scibile umano, sociale e politico. Tutto, escluso quello che può compromettere lequilibrio faticosamente raggiunto fra posizioni inconciliabili. Ne è uscita, per quanto riguarda infrastrutture e Terzo Valico, una sentenza che sa di bocciatura imprevista e imprevedibile, ma assolutamente certa: se ne fa portavoce la stessa Bresso, sempiterna fedele alla sinistra, nel sottolineare con forza che «nel programma si parla del Gottardo che sta in Svizzera e non del Terzo Valico. Mi chiedo come si possa valorizzare il porto di Genova. È stato un errore. Ora è necessario mettere nero su bianco le intenzioni dellUnione» in questo ambito. Ancora più esplicito il giudizio di Chiamparino, secondo cui, riferendosi a quanto affermato da Prodi e dal segretario dei Ds Piero Fassino sullalta velocità, «resta il fatto che Pecoraro Scanio e Bertinotti hanno detto altre cose e, quindi, resta lambiguità». Ma cè di più, insiste il sindaco della Mole: «Lalta velocità, nel programma, cè, ma solo come questione generale. Quello che rende, invece, ambigua la formulazione è un riferimento alla necessità di valutare prima il potenziamento delle strutture esistenti e il fatto che, tra gli esempi, si parli del Gottardo che non centra niente con lUnione europea, e del Brennero. Inoltre - conclude Chiamparino - è sparito qualsiasi riferimento al Terzo Valico Genova-Milano».
Osservazioni raccolte puntualmente da Guido Crosetto, deputato di Forza Italia, già coordinatore del partito a Genova: «Abbiamo riscontrato un'altra amnesia nel programma dell'Unione: per la squadra di Prodi, i porti del Nord non esistono. Peccato che ci si è scordati delle grandi potenzialità del porto di Genova come unico concorrente possibile in Europa con quello di Rotterdam. Probabilmente - aggiunge Crosetto - al Professore è sfuggito che anche solo dalla logistica del Nord Ovest potrebbero derivare vantaggi enormi per l'economia e per l'occupazione. Tagliare fuori invece lo scalo genovese e tutto il Nord Ovest vuol dire mettere in crisi aree industriali che hanno già sofferto a causa di passate crisi. Man mano che si legge il programma dell'Unione - conclude il deputato azzurro - non si può non notare unapprossimazione tanto più grave e palese se si pensa che è frutto di mesi di lavoro e che è stato presentato come se fosse la Bibbia». Analogo il commento del viceministro alle Infrastrutture, Ugo Martinat: «Lassenza di riferimento a queste infrastrutture vitali nel programma - sottolinea Martinat - dimostra un'ottusa e pericolosa visione ideologica che strizza l'occhio alle frange più estreme della sinistra radicale. Se non rettificherà immediatamente il tiro certificando l'indifferibilità della Tav e del Terzo Valico, Prodi sarà ostaggio dell'estrema sinistra: se andasse al governo le due opere non si farebbero, il Piemonte e la Liguria rimarrebbero isolate, e l'Italia resterebbe tagliata fuori dalla rete dagli scambi europea». Rincara la dose un tecnico come Bartolomeo Giachino, responsabile dellUfficio studi Confetra (che raggruppa le 30mila aziende di trasporto italiano): «Il programma dell'Ulivo sbaglia. Bisogna puntare su Genova che è il porto più vicino al centro dell'Europa, la vera alternativa ai porti del Nord». E pensare che, allombra della Lanterna, cè ancora chi parla - in buonafede? - di Affresco, traffico proiettato (magari per domattina!) a 6 milioni di container, tombamenti, spiaggia e banchina di pescherecci a Voltri.
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