
"Per poter conquistare una vera e sostanziale autonomia devono avere un lavoro e devono soprattutto innamorarsene, perché devono sapere non solo che la professione occupa una fetta importante della nostra vita, ma che ci permette di essere liberi, autonomi".
Parlare con Emanuela Baio (nella foto) presidente della Fondazione Asilo Mariuccia di Porto Valtravaglia (Va) - 207 ospiti accolti nel 2024 di cui 55 donne con bambini, 103 bambini e bambine, 49 minori stranieri non accompagnati, 6 minori provenienti dal circuito penale, per un totale di 32 nazionalità - del progetto Un porto nuovo presentato a Regione Lombardia e a Fondazione Cariplo equivale a una sorta di epifania, di rinascita. Una realtà concreta per spezzare il ciclo del disagio e della violenza a cui sono sottoposti tanti adolescenti, se consideriamo che l'Oms segnala come ogni 13 minuti nel mondo un minore muoia per omicidio, con circa 40mila vittime l'anno; l'incidenza maggiore è tra i maschi dai 15 ai 19 anni che vivono una quotidianità segnata da violenza fisica, psicologica e verbale, abbandono, trascuratezza emotiva, assenza di ascolto.
"Adesso a Porto Valtravaglia accogliamo 30 ragazzi, ma presto, quando avremo inaugurato le nuove strutture e con l'apertura di altre due comunità, ospiteremo 90 persone di cui 50 residenziali (staranno lì da noi a mangiare, a dormire, a imparare un lavoro, cioè vivranno lì), mentre altre 40 verranno ogni giorno per partecipare ai corsi di formazione e per imparare un lavoro".
Gli ospiti di Fondazione Mariuccia sono infatti tutti ragazzi minorenni o comunque giovani perché accanto ai Minori stranieri non accompagnati (Msna) ci sono anche ragazzi che invece di andare in carcere, scontano la pena lì.
"Insegniamo loro un lavoro e li accompagniamo in
questo percorso: prima di dimetterli ci accertiamo che abbiano tutti un contratto di lavoro perché il nostro obiettivo è quello di far che tutti i nostri ospiti affrontino e superino tutte le difficoltà vissute" conclude Baio.