Una lista civica degli immigrati. Ovvero una lista islamica. La propone, in vista delle elezioni amministrative, il presidente del circolo culturale islamico di viale Jenner, Abdelhamid Shaari. E immediatamente si solleva un polverone di polemiche nel centrodestra. Shaari non si aspetta certo un pienone di voti e spiega che la lista (che si chiamerà Milano Nuova) sarà totalmente laica e aperta anche agli italiani. «Non importa se non eleggeremo nessuno - puntualizza - Quel che conta è dare la possibilità agli stranieri di sentirsi parte della città». A pensarla allo stesso modo è Giuliano Pisapia, candidato alle primarie del centrosinistra, in lizza per la poltrona di sindaco. Pisapia parla di una lista «interetnica che può contribuire a creare coesione sociale». Ma non la pensano allo stesso modo gli esponenti del Pdl.
Il coordinatore provinciale del Pdl, Romano La Russa, teme che con la nuova lista gli islamici importino la loro legge in città e sostiene che nessuno senta la mancanza di un nuovo partito. «Come sarà il programma? - si chiede - Dobbiamo aspettarci la lapidazione per le donne adultere?».
Il presidente del Consiglio regionale Davide Boni, che con la Lega in passato si è scontrato tante volte con Shaari sulla questione della moschea e del garage abusivo di viale Jenner, parla di «una deriva pericolosissima».
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