Polvere negli ingranaggi della giustizia. Ci mancava solo questo, alle già tormentate stanze del tribunale. Fuori, marmi che tornano agli antichi splendori. Dentro, le scorie dei lavori per il rifacimento delle facciate del Palazzo. E qualcuno lancia lallarme. «Cè troppa polvere, impossibile lavorare in queste condizioni».
Così tante «scorie» da chiedere lintervento della Asl. Un fax, mandato dai dipendenti degli uffici esecuzioni mobiliari e immobiliari del tribunale, con cui si chiede «un intervento urgente» dellAzienda sanitaria. Sennò si chiude baracca.
I lavoratori scrivono di un «grave mancato rispetto della normativa vigente in merito alligiene e alla sicurezza degli ambienti di lavoro». Quindi, «si richiede la pronta eliminazione dellenorme quantità di polvere di marmo e/o abrasivi usati per la pulitura che ha invaso uffici e corridoi nonchè i polmoni dei dipendenti».
«Torniamo a casa la sera con le lacrime agli occhi - aggiungono - è impossibile lavorare». Infine, una minaccia nemmeno troppo velata. «In mancanza di un vostro immediato intervento, si procederà con le necessarie denunce alle autorità competenti».
Tra queste, magari, pure un magistrato, con un ufficio che affaccia anche lui sui lavori e sulle facciate sferzate da polveri ad alta pressione e tossicità.
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