La provocazione di Socci: «Cari amici di Cl rifacciamo il Movimento popolare»

«Cari amici di Cl e non solo, occorre rifare il Movimento popolare». La proposta, che è più di una semplice provocazione intellettuale, arriva da Antonio Socci sul suo blog «Lo Straniero». Lo scrittore e opinionista cattolico sente di rispondere così all’«insistente appello» del Papa e del presidente della Cei, Angelo Bagnasco, rilanciato ancora una volta il 26 maggio con la consacrazione dell’Italia alla Madonna.
Il Movimento popolare voluto da don Giussani e che Socci vorrebbe risuscitare non è un partito ma un luogo «culturale, prepolitico», in cui tradurre in proposte concrete la Dottrina sociale della Chiesa. «È un modo per incalzare i politici ed evitare che si trasformino in casta» spiega. Aggiunge: «I referendum sono un’ulteriore prova di come la società civile abbia sorpassato la classe politica».
La spinta però non è antipartitica, al contrario il Movimento sarebbe anche un aiuto ai politici a non perdere il contatto con la realtà (e con la dottrina cattolica): «Naturalmente può scegliere un interlocutore privilegiato, come è avvenuto a suo tempo per la Democrazia cristiana, ma è necessario che mantenga una sua libertà».
L’obiettivo è «far sì che l’intelligenza della fede diventi intelligenza della realtà». E anche evitare «improvvisazioni» sganciate dal magistero della Chiesa: «Oggi tutti si dicono cattolici, da Vendola fino all’estrema destra di Forza Nuova, ma intendono cose diverse. Così ognuno mette l’etichetta di cattolico a qualsiasi posizione, in un soggettivismo che finisce per opporre gli uni agli altri i sedicenti cattolici».
L’ultimo presidente del Movimento popolare fu Giancarlo Cesana, il penultimo Roberto Formigoni.

Socci ricorda l’esperienza anni Settanta: «Il Movimento popolare è nato nel 1976, quando c’era da riconquistare uno spazio pubblico per i cattolici. Era legato a Cl, ma vi preserò parte le cooperative bianche, le Acli, la Cisl, l’Azione cattolica. Anticipò una ricomposizione dei cattolici».

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