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"Può uccidere ancora". L’atto d’accusa del giudice

Il pm nella richiesta d’arresto per l’ivoriano: "Il pericolo di reiterazione del reato è evidente anche sulla base della personalità del soggetto"

"Può uccidere ancora". L’atto d’accusa del giudice

Perugia - Sono tre i punti che il pm Giuliano Mignini elenca nella sua richiesta di custodia cautelare in carcere per Rudy Hermann Guede.

Le impronte
Tre pagine per spiegare come Guede non solo sia l'uomo che ha lasciato il segno insanguinato del suo palmo accanto al cadavere di Mez, ma aveva manifestato «attrazione» per la ragazza, era già stato in quella casa, abitava nei dintorni (e vicino al giardino in cui furono buttati i telefonini dell'inglese) e ha lasciato Perugia subito dopo l'assassinio della studentessa. «Alla luce dell'informativa in data 16/11/07 della squadra mobile - scrive il pm - è emerso che: 1) Il servizio di polizia scientifica di Roma ha accertato che l'impronta palmare rilevata sul cuscino della vittima corrisponde proprio al Guede, già conosciuto e indicato nel verbale di sommarie informazioni del 4 novembre 2007 da Stefano Dario Bonassi il quale ha dichiarato che tra le persone che hanno frequentato la casa di via della Pergola 7 vi era anche un ragazzo soprannominato “il barone”, di origine sudafricana che provava una forte attrazione per Amanda e che una notte, trovandosi in stato di ubriachezza, aveva dormito sul water, dopo aver defecato senza scaricare il water, particolare questo che coincide con il rinvenimento nel water dell'appartamento di Amanda, Meredith e delle altre e sul quale il Sollecito e Amanda hanno reso dichiarazioni in totale contrasto con quanto accertato in sede di sopralluogo. 2) È risultato che il domicilio perugino del Guede è contiguo a quello del Sollecito e vicino al luogo di rinvenimento dei due cellulari in uso a Meredith. 3) In data odierna si è appreso dalla padrona di casa che Guede s'è allontanato dal suo domicilio perugino pochi giorni dopo il delitto».

Guede va arrestato, spiega il pm, perché potrebbe inquinare le prove e fuggire all'estero. Infatti era già in Germania. Inoltre, per Mignini, «rilevato che per specifiche modalità e circostanze di fatti desunte dall'efferatezza del delitto e dall'agonia in cui è stata lasciata la vittima e per la personalità dell'indagato desunta dalla rapida fuga dopo il delitto, lontano da Perugia, sussiste il concreto pericolo che l'indagato commetta delitti della stessa specie di quello per cui si procede».

Il Gip: "Su Rudy gravi indizi"
Nell'ordinanza d'arresto per l'ivoriano il gip sottolinea come «emergono senza dubbio gravi indizi di colpevolezza a carico di Guede Rudy Hermann», e cita le «precise e inconfutabili analisi compiute dal servizio polizia scientifica», riportando le conclusioni degli esperti della polizia. «A seguito degli accertamenti dattiloscopici eseguiti sul frammento di natura palmare impresso, presumibilmente con sostanza ematica, sulla federa del cuscino rinvenuto nella stanza della vittima e sulle impronte palmari di Guede Rudy Hermann, è emerso quanto di seguito riportato: le due impronte a confronto opportunamente ingrandite presentano analogie nelle caratteristiche generali relative all'andamento del tracciato papillare e la corrispondenza di oltre 16-17 punti caratteristici uguali per forma e posizione, che legittimano per valore qualitativo e quantitativo un giudizio di identica provenienza».

Potrebbe uccidere ancora
Insomma, Rudy era in quella stanza quando Meredith fu ferita a morte. E i dati tecnico-scientifici trovano conferma anche in alcune testimonianze, che provano «la presenza del predetto a Perugia nel periodo antecedente all'omicidio e la sua frequentazione con Meredith Kercher». Il giudice Matteini ricorda il racconto del «barone» ubriaco fatto da Stefano Benassi, e aggiunge «le dichiarazioni di Temgoua Ndongmo Louis Patrick, il quale conferma che il Guede era solito frequentare la piazza Grimana, dove giocava a basket, e abitava nei pressi del suddetto campetto».

«Il pericolo di reiterazione criminosa - conclude il gip - si evidenzia in riferimento all'assoluta gravità del fatto e alla personalità del medesimo soggetto».

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