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«Putin è mio figlio, l’ho dato via a 10 anni»

Londra «Ero fiera di avere un figlio presidente della Russia. Da quando è cominciata la guerra me ne vergogno». Ottantadue anni, i capelli bianchi nascosti dal classico fazzoletto delle contadine georgiane. Vera Putina è una donna minuta, dalle mani rovinate dal lavoro e per anni ha nascosto il suo segreto: un figlio dato via che un giorno è diventato il presidente russo, Vladimir Putin. Tra i due e i dieci anni anni avrebbe vissuto con lei e con il patrigno nel villaggio di Metekhi, a 12 miglia da Gori, che nell'agosto scorso fu occupata dai carri armati russi durante il conflitto separazionista nell'Ossezia del sud. Questa è la storia che la signora ha raccontato al quotidiano britannico Daily Telegraph fornendo tutta una serie di dettagli che per ora il Cremlino ha seccamente smentito, ma sui quali la stampa di mezzo mondo rimane ad interrogarsi visto che fino ad oggi pochissimo si sa della prima infanzia di Putin.
In una sorta di autobiografia, pubblicata nel corso della sua campagna elettorale nel 2000, si afferma infatti che Vladimir è il figlio unico di un'operaia e di un militare della marina sovietica. Entrambi sarebbero morti di cancro, prima la madre nel '98, il padre soltanto un anno dopo. Il giovane futuro presidente avrebbe trascorso la sua prima infanzia in un povero appartamento comunale in San Pietroburgo. Lo stesso Putin ha poi spesso raccontato che il nonno, Spiridon Putin, era stato il cuoco personale sia di Lenin che di Stalin. Ma la piccola signora georgiana racconta al giornale inglese una storia diversa. Nel suo racconto, Vladimir sarebbe figlio di un meccanico russo, tale Platon Privalov, che mise incinta Vera mentre era sposato con un'altra donna. Il figlio, che la signora chiamerà sempre con il soprannome di «Vova», nasce il 7 ottobre 1950, due anni esatti prima della data di nascita ufficiale di Putin. Nel 1952 la signora sposa un soldato georgiano che però di questo figlio non ne vuol sapere e nel 1960 la convince a mandarlo in Russia, dai nonni.
La signora Putina è convinta che la famiglia di San Pietroburgo a cui si fa riferimento nell'autobiografia del presidente sia quella che l'ha adottato. Benchè il portavoce del presidente Dmitry Peskov abbia definito del tutto falsa la versione della signora Putina, queste dichiarazioni offrono una lettura diversa del conflitto tra Russia e Georgia chiamando in causa interpretazioni di natura strettamente personale. Inoltre, sempre secondo il Telegraph, le rivelazioni di Putina sarebbero suffragate anche da altre persone. Shura Gabinashvili ad esempio, è un ex’insegnante di russo che afferma di aver avuto, tra il 1958 e il 1960, nella sua classe di Metekhi, proprio «Vova». Non aveva potuto rendere pubblica la cosa perchè qualcuno l'aveva minacciata di morte nel caso l'avesse fatto. Al Telegraph ha detto di ricordare quel ragazzino come il più sveglio di tutti, con la passione per le favole russe, per la pesca e la lotta. Nell'archivio della città più vicina al villaggio della Putina, Caspi, risulta effettivamente un Vladimir Putin registrato alla scuola di Metekhi dal 1959 al '60. La sua nazionalità è georgiana. Vera afferma di aver visto suo figlio di nuovo, soltanto nel 1999, alla televisione. «Volete che non sappia riconoscere mio figlio?» ha risposto quasi sorpresa a chi le aveva chiesto come potesse essere così sicura.

Ma l’anziana signora non sembra turbata dai dubbi: «Sono pronta a fare il test del Dna».

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