Letteratura

Qualche mese di vita (controcorrente) con Houellebecq

Gli ultimi mesi di Michel Houellebecq sono stati travagliati, e lo scrittore francese ha voluto farcelo sapere in Qualche mese della mia vita

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Gli ultimi mesi di Michel Houellebecq sono stati travagliati, e lo scrittore francese ha voluto farcelo sapere in Qualche mese della mia vita (La nave di Teseo, pagg. 124, euro 15). Per quale motivo? Forse per esorcizzare la cattiva sorte, forse per puntualizzare alcune cose.

Si parte con il mega-litigio con Michel Onfray. L'anno scorso, la rivista Front Populaire pubblicò un clamoroso libro-intervista nel quale Houellebecq prendeva dure posizioni su immigrazione, eutanasia e Unione europea. La prima parte andava giù con l'accetta sul collo dell'islam. I mullah si arrabbiano. Houellebecq chiede di ritirare le copie per modificare, ammorbidire, spiegare meglio proprio i giudizi sull'islam. Onfray gli toglie il saluto ma, a dire di Houellebecq, incassa felice 225mila euro senza dare un centesimo all'intervistato.

Si prosegue con il caso del porno amatoriale che poi tanto amatoriale non è. Anche qui, uno scandalo che ha avuto ampia pubblicità in tutta Europa. Michel e moglie sono tentati dal farsi riprendere mentre fanno sesso con una terza persona. Accettano la proposta di un regista (lo Scarafaggio) ma firmano un contratto senza leggere le clausole in piccolo. E così Michel, convinto che il filmato sarebbe andato solo su Onlyfans, sito di esibizioni a pagamento, e nelle tasche della ragazza comprimaria, scopre invece di essere il protagonista di un futuro porno d'essai (si fa per dire). Si apre un processo interminabile, con poche speranze per Michel e consorte.

Tra una causa e l'altra, mentre tutti i vecchi sostenitori si defilano, salta fuori Gerard Depardieu, il vero responsabile dell'esistenza di questo libro. L'attore infatti consiglia a Michel di correre come un treno per seminare la depressione: scrivere dunque e continuare a combattere in tribunale, costi quel che costi.

Mentre passiamo da una vicenda all'altra, Houellebecq infila qualche perla di «Houellebecqismo» puro. La parte sul film pornografico è paradossalmente più pornografica di qualunque porno, non scendiamo nei dettagli, ma al termine della lettura sarete edotti sulle preferenze di Michel: tanta spudoratezza si rivela subito una romanticheria sui generis. Niente è più romantico dell'atto sessuale, sia pure con le borchie e le corde.

Houellebecq si dice disilluso da ogni ideale e da ogni fede. Non crede più in niente, se non nelle persone, ma naturalmente ce lo dice mentre le persone si rivelano del tutto inaffidabili. Unica battaglia pubblica ancora valida è quella contro l'eutanasia.

Altri momenti di puro show: la sveglia alle tre del mattino e le seguenti cinque ore di televisione, solo programmi crime o legal; la passione per i romanzi di John Grisham; la lotta per fumare nelle stanze d'albergo; l'ironia sulla sicurezza di certi quartieri parigini; gli attacchi di bulimia.

Un piccolo libro, solo un centinaio di pagine, in cui Houellebecq scherza con il lettore ipocrita: lui si mette a nudo (letteralmente) e tu lo guardi dal buco della serratura.

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