Quando il teatro fiorisce in carcere

«Il teatro è un lavoro molto disciplinato, dopo un po’ gli attori arrivano a correggersi tra di loro. Si crea un clima di grande collaborazione e interesse». Sono parole di Michelina Capato Sartore, regista della compagnia Estia Cooperativa Sociale, direttore artistico della residenza teatrale Teatro in-stabile, situato all’interno del carcere di Bollate, nonché organizzatrice della rassegna «Liberi di vivere», che si svolgerà proprio in carcere da oggi al 6 giugno. La grande novità è l’apertura al pubblico esterno. Il «loro» a cui si riferisce Michelina Capato sono i carcerati della Casa di reclusione di Milano Bollate. «Quando ha cominciato a girare la proposta di fondare una compagnia che avrebbe lavorato in questo teatro - continua -, avevano aderito molte persone. Non c’erano vincoli per partecipare, chiunque poteva accedere: inizialmente siamo partiti con due gruppi da trenta persone ciascuno, col tempo sono diventate cinque in tutto. Sono la passione e la costanza a formare il gruppo, non è necessario avere competenze specifiche». Anche se si tratta di lavoro a tutti gli effetti: insieme ai carcerati, infatti, si trovano attori professionisti, ed è previsto uno stipendio finale. «Tutti hanno un normale contratto di lavoro». Il pubblico entrerà nel carcere attraverso l’area riservata ai colloqui, attraverserà un corridoio e giungerà così prima nel foyer e poi in teatro (si tratta di una struttura costruita tra il 2002-2005 grazie al contributo di vari enti). Per ora carcerati e pubblico esterno assistono agli spettacoli in serate diverse, in seguito «cercheremo di fare in modo che tutti possano partecipare assieme». La rassegna prevede otto serate, in cui verranno proposti lavori di diverso tipo: oggi (ore 21), è in scena «Psycopathia Sinpathica», tratto da «Psicopathia Criminalis» di Oskar Panizza, un amico di Nietzsche finito in manicomio, per la regia di Michelina Capato e le coreografie di Maria Carpaneto. La musica sarà una costante in tutti i lavori proposti, così diversi uno dall’altro. Vari gli appuntamenti anche con il video («il video è un modo per far circolare ancora più facilmente i lavori: in Spagna e in Francia in carcere producono quasi unicamente film.

L’Italia infatti è all’avanguardia nel permettere l’accesso in carcere ad un pubblico esterno per assistere ad uno spettacolo teatrale»). Info: Teatro in-stabile, II Casa di reclusione Milano Bollate, via Cristina Belgioioso 120, tel. 393-9914668. Ingresso: obbligo l’accredito, info. www.cooperativaestia.it.

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