«Quanto fatto finora è insufficiente»

La Moratti invita Prodi al vertice di settembre contro la droga

«È evidente che quanto messo in atto fino ad oggi non è stato sufficiente per arginare la diffusione delle droghe e, soprattutto, non ha posto freni culturali all’evoluzione del loro mercato». Il sindaco Letizia Moratti, da Istanbul dove ieri ha partecipato all’assemblea dell’Ecad (l’associazione delle Città europee contro la droga), lancia una «richiesta di responsabilità alle istituzioni politiche, devono rivedere profondamente le proprie linee di indirizzo su questi temi». Fino ad oggi, puntualizza, «l’attività di prevenzione è stata soprattutto giocata in area educativa e indirizzata al target giovanile. Quello lavorativo, ad esempio, è stato coinvolto solo parzialmente». Il problema, ammette la Moratti, assume di anno in anno «connotazioni sempre più gravi». A sostegno porta alcuni del dati sulla diffusione di cocaina in Italia: gli utilizzatori abituali sono 700mila, il 7% della popolazione ne ha fatto uso almeno una volta. Secondo una stima dell’istituto farmacologico Mario Negri a Milano, riferisce, «il 4% degli abitanti tra 15 e 34 anni assumerebbe abitualmente cocaina e secondo le proiezioni nel 2009 il consumo aumenterà fra il 40 e 50%. Non parlo di cannabis, che ha numeri molto maggiori e una diffusione capillare tra i giovanissimi, o di ecstasy e metanfetamine, in forte ascesa». Il sindaco insiste: «Bisogna prendere atto che l’ipotesi di contenimento del danno ha fallito. Gli allarmismi sono inutili e non risolvono il problema, affrontiamo il problema come una grande questione sociale, evitando letture minimaliste del dramma».
Proprio da Istanbul, la Moratti ha annunciato che il prossimo 20 e 21 settembre sarà Milano a ospitare il vertice internazionale contro la droga, a cui ha invitato anche il premier Romano Prodi.

Il Comune aderisce all’Ecad, spiega, perché «una società responsabile, solidale, attenta ai bisogni dei cittadini non può accettare che una parte dei suoi giovani si autodistrugga, rovinando insieme alla propria vita quella di familiari e amici e arrecando un danno alla collettività».

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