Quegli aiuti scaricati sugli enti locali

Il Family day è stato una liberazione di pura energia civile, il cui benefico «fungo» resterà visibile a lungo sul piatto orizzonte della politica italiana. Ed è significativo che Milano abbia partecipato con slancio al successo della manifestazione focalizzata a Roma: un conferma del fatto che ciò che giova al Paese fa bene a Milano e viceversa. È importante che a piazza San Giovanni, senza fanfare di intonazione politica, abbiano partecipato rappresentanti di Comune e Regione. Queste istituzioni si confrontano ogni giorno col disagio delle famiglie politicamente e fiscalmente neglette dal governo centrale. Fanno i conti della sofferenza e dei bisogni delle famiglie meno fortunate, che chiedono agli amministratori più vicini aiuto e sostegno. Comune e Regione avvertono la fatica di quei nuclei familiari che, pur essendo al di sopra della soglia di povertà, si sentono penalizzati soltanto perché hanno avuto l’ardire di mettere al mondo dei figli. Ed è significativo che al Family day abbiano partecipato anche amministratori di altre regioni e di diverso colore politico: il sostegno alle famiglie non dipende da visioni e progetti partitici, risponde piuttosto ad un’esigenza di armonia sociale e civile.
Ma tutto questo il frastornato e diviso governo di Roma riuscirà a capirlo? Temiamo che non sarà capace di farlo, perché è paralizzato da contrasti e livori ideologici, perché è nato con l’intento di far piangere qualcuno e di non far sorridere nessuno. Nemmeno i bambini, i cui genitori sono stati castigati dalla finanziaria. Le famiglie.

Sono in grado di proclamare uno sciopero generale? Molto probabilmente il governo farà finta di non aver visto e sentito. Ma agli amministratori lombardi spetta il compito di incalzare l’esecutivo, all’occorrenza di stanarlo, facendo sentire il peso di una società coesa e consapevole.

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