Quei maleducati che in piscina si soffiano il naso

Caro direttore,
frequento da qualche settimana la piscina comunale di Ravenna di prima mattina, ritrovandomi a incrociare tra spogliatoi e vasca più o meno le stesse persone. Si tratta di adulti nessuno dei quali ha la fortuna di scendere sotto i 21 anni, insomma gente che in altri tempi, prima delle liste bloccate, avrebbe avuto la maturità per scegliere un senatore della Repubblica. Questi adulti mi stupiscono per la disinvoltura con cui trasgrediscono bellamente i più basilari rudimenti del vivere civile. Benché sia scritto ovunque, una gran parte dei fruitori non si sottopone alla doccia prima di entrare in vasca, vanificando l'opera di sensibilizzazione meritoria realizzata con i vari cartelli affissi in più parti, e fregandosene del fatto che «dei 150.000 microrganismi che abitano un centimetro quadrato di pelle ne rimarrebbero solo 6.000 dopo una abbondante doccia»... Come se non bastasse, c'è anche chi ad ogni vasca si soffia fragorosamente il naso, esattamente come se in mano avesse un fazzoletto, che ovviamente non ha. Argomento disgustoso, vero? Vivere in società spesso lo è, perché mancano le basi del vivere civile. Siffatta umanità, del tutto analoga a quella che ti passa avanti nella fila al negozio, parcheggia l'auto sul marciapiede o sugli stalli per disabili e abbandona i rifiuti accanto e non dentro l'apposito cassonetto, dovrebbe rifugiarsi ben lontano dai luoghi abitati, trovandosi a proprio agio nuotando nei fiumi o addirittura in mare, dove ogni sorta di espressione corporale avrebbe ampia soddisfazione. Ogni realtà, per quanto piccola, è un microcosmo che riproduce amplificati i molti vizi e ridotte le poche virtù della società tutta. Non è affatto escluso quindi che quelli che non si «docciano» e poi si soffiano il naso in piscina, siano soliti lamentarne la scarsa pulizia. Per far cambiare mentalità a chi da solo non ha sufficiente senso civico per capire che ci sono regole che devono essere rispettate per il bene di tutti non resta che la vigilanza, strettissima e inflessibile. Arrivi a bordo vasca senza esserti «docciato»? Non entri in piscina. Dopo 1 o 2 volte la voce gira e le abitudini viziate diventano uno spiacevole ricordo. Per chi si soffia il naso non c'è che l'interdizione, perché una qualsiasi opera di convinzione sarebbe tempo perso: chi non sta alle regole deve essere espulso. Se la maggioranza acclama a gran voce queste regole di base contro gli immigrati perché non dovrebbero valere soprattutto contro i maleducati?
- Ravenna

Lo scarso rispetto delle regole è uno dei grandi mali dei nostri tempi. Io credo che sia uno dei frutti guasti dell’ubriacatura del Sessantotto, che nel nostro Paese durò troppo a lungo e distrusse non solo la disciplina, ma le istituzioni stesse che dovrebbero insegnare la disciplina, a cominciare da scuola e da famiglia.

Se i ragazzi crescono senza l’autorità del padre (che il più delle volte sta con un’altra famiglia e magari approfitta dei weekend per parlare male della madre); se quando a scuola prendono un brutto voto i genitori, anziché sgridarli, se la prendono con i professori; se gli unici insegnamenti che ricevono sono come aggirare la legge, come fregare i vigili o come insultare i poliziotti, beh, caro Enrico, che si aspetta? Che diventati adulti si facciano la doccia solo perché c’è scritto sui muri della piscina? Impossibile. E lei fa bene a schifarsi quando li vede soffiarsi il naso in acqua. Ma a me resta un dubbio: è sicuro che non facciano anche altro?

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