MilanoIl più spavaldo è un ragazzino occhialuto che si arrampica sulla staccionata per parlare con Silvio Berlusconi, anzi per supplicarlo: «Ma perché non prendi giocatori più forti? Perdiamo sempre...». Il presidente del Consiglio lo guarda serio, gli spiega che Kakà «lha mica inventato lui il gioco del calcio» e poi costa troppo, trecento miliardi delle vecchie lire per quattro anni. Il piccolo sgrana gli occhi sotto le lenti spesse: «È tanto?». Invece che una risata parte una lezione sul valore del denaro e sulle esagerazioni del calcio, la promessa che Berlusconi metterà mano alla questione quanto prima: «Questi giocatori a trentadue anni... io a quelletà non dormivo neanche la notte».
Consueto bagno di folla per il premier davanti alla scuola Dante Alighieri di via Scrosati, Lorenteggio, quartiere della media borghesia dove viveva la madre, Rosa Berlusconi, e dove lui continua ad andare a votare. Ammiratori affettuosi, forse anche più del solito, come reazione al clima di ostilità di cui leggono ogni giorno sui giornali. «Bravo! bravo!» gli gridano. Lo incoraggiano a non mollare. Ad accompagnare Berlusconi il candidato alla Provincia di Milano, Guido Podestà.
Si avvicina una ragazza bionda, con la maglia a righe bianche e blu da marinaretta, vuole fare una foto cheek to cheek, guancia a guancia con il premier. Lui non ci pensa neanche a deludere lammiratrice per custodire limmagine. Accetta e si lascia immortalare. Le fa i complimenti: «Ciao sei bella, non fare innamorare troppi ragazzi». La scenetta attira lattenzione: «Attenta, guarda che ti mettono sui giornali come una velina». Berlusconi sta al gioco: «Con un po di applicazione ce la può fare...».
Una bimbetta a cavalcioni sulle spalle dei genitori gli chiede se lui è dentro la tv o è registrato, se recita nelle pubblicità. Berlusconi si diverte: «Signorina, vuoi andare in televisione?». Un altro bimbo guadagna la prima fila per parlargli. Il Cavaliere reduce dal viaggio negli Usa di Obama scherza: «Sei abbronzato anche tu! Ma devi andare dal dentista, subito!». Si gira: «E tu quanti anni hai? Due? Io alla tua età ne avevo uno».
La gente sgomita per arrivare accanto al capo del governo e fare con lui quattro chiacchiere come al bar. Cè anche chi si fa largo per discutere argomenti serissimi di diritto pubblico. Berlusconi spiega la legge elettorale, il funzionamento delle Camere, la disciplina dei decreti legge («Vanno in commissione, in aula, poi in commissione, poi in aula»).
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