Quel palcoscenico sotto la ringhiera

Al via la terza edizione della kermesse "Teatro nei cortili" organizzata dal Teatro della Cooperativa che per cinque giorni porterà gli spettacoli tra le vecchie case popolari. Si comincia con il cabaret "ecosostenibile" di Diego Parassole

Quel palcoscenico 
sotto la ringhiera

di Roberto Borghi

Il teatro, a Milano, richiama sempre più spettatori, come rivelano e dimostrano i dati di un recente studio elaborato dalla Camera di Commercio del capoluogo. Ma potrebbe anche attrarne di più, se si moltiplicassero manifestazioni che, come "Teatro nei cortili", lasciano - almeno temporaneamente - le sale tradizionali per portare gli spettacoli, diaciamo così, a domicilio, rivolgendosi di conseguenza a un pubblico più vasto dei frequentatori abituali dei palcoscenici.
Giunta alla terza edizione, questa rassegna - prodotta dal battagliero Teatro della Cooperativa (che non a caso ha sede tra le case popolari del quartiere Niguarda) - coinvolge i cortili dell'hinterland milanese in una sorta di minifestival dedicato a un teatro più o meno "per tutti", in cui c'è spazio per riflessioni ironiche sulla deriva ambientale, rivisitazioni di notissime fiabe, ricostruzioni di tragedie reali e di guerre fittizie.
"Teatro nei cortili" si apre dunque oggi, per proseguire fino a sabato. Le corti che ospitano gli spettacoli sono due, entrambe nello stretto hinterland e in due città dove, guarda caso, le case di ringhiera hanno tradizionalmente fatto da sfondo alla storia industriale del tessuto urbano: la prima è a Cinisello Balsamo, in via Verdi 3; la seconda a Sesto San Giovanni, in via Generale Cantore 117. Si comincia a Cinisello (alle ore 21 e con ingresso libero, come per tutti gli altri eventi della rassegna) con uno dei maggiori successi della scorsa stagione teatrale, Che bio ce la mandi buona, scritto e interpretato da Diego Parassole. Comico e caustico allo stesso tempo, questo "spettacolo di cabaret ecosostenibile", nel quale persino le "risate sono biodegradabili al 97%", prende di mira l'allegro sperpero di risorse naturali che caratterizza la nostra quotidianità. Tra una battuta feroce e l'altra, Parassole snocciola cifre inquietanti che riguardano lo smaltimento dei rifiuti, il consumo energetico, la privatizzazione dell'acqua e le emissioni di gas di scarico, senza atteggiamenti fatalistici o apocalittici, ma con una sana fiducia nella possibilità di invertire un trend devastante. Si prosegue mercoledì 1 settembre, sempre a Cinisello, con Il papero solitario, una rivisitazione del Brutto anatroccolo, a cura dell'Associazione Ornitorinco, nel quale la favola di Andersen è riletta in prospettiva contemporanea e fa da spunto a una riflessione sulla paura del diverso. Giovedì ci si trasferisce a Sesto San Giovanni e si entra nel vivo della rassegna con uno spettacolo tra i più riusciti del Teatro della Cooperativa: La nave fantasma rievoca infatti la più grave catastrofe nautica accaduta nel Mediterraneo dalla fine della seconda guerra mondiale. Il giorno di Natale del 1996, un battello stracolmo di migranti, per la maggior parte di nazionalità indiana e pakistana, naufragò al largo della Sicilia causando 283 vittime. Dopo l'iniziale sgomento, la tragedia venne rapidamente accantonata dai media e dall'opinione pubblica, e con essa i suoi numerosi lati oscuri. Il relitto dell'imbarcazione, forse per incuria o forse per precise ma mai chiarite ragioni, si perse nel nulla e venne trovato solo nel 2001, grazie alla tenacia di un giornalista, Giovanni Maria Belleu, che figura tra gli autori della drammaturgia. Sulla scena, mentre un misurato e iperprofessionale Renato Sarti racconta la successione degli eventi (aiutato dalle videoproiezioni dei disegni che Emanuele Luzzati ha realizzato per l'occasione), Bebo Storti interpreta di volta in volta gli inverosimili (ma purtroppo reali) personaggi coinvolti nella vicenda, in un clima di raggelante comicità che suscita risate particolarmente amare.
Venerdì, sempre a Sesto, sarà la volta di Uora vo cunto, ovvero il Re Topo fa alla guerra, lo spettacolo di Renato Sarti e Domenico Pugliares che, mescolando la commedia dell'arte al teatro popolare siciliano, dileggia e mette a nudo i meccanismi psicologici da cui nascono i conflitti. Grazie anche alle musiche dal vivo di Enzo Di Caro, Pugliares si improvvisa cantastorie per narrare il surreale combattimento fra una variegata truppa di animali da cortile e un esercito di dinosauri. A sorpresa, la vittoria apparterrà non al più forte, ma al più saggio: cioè a chi sarà in grado di intuire la disastrosa assurdità dello scontro.

In attesa di essere riproposta il prossimo anno, magari potenziata sia nel numero di spettacoli che di cortili, la rassegna "Teatro nei cortili" chiuderà domenica con una replica straordinaria del Papero solitario a Sesto San Giovanni.

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