Quel prato dipinto di verde

Lo stadio di Firenze è un monumento da custodire gelosamente, il suo prato, un tempo, fu il vanto della città e della società di calcio. Ora è diventato un motivo per dolersi della cura dell’amministrazione e del permesso concesso ai concerti estivi che lasciano in eredità zolle spelacchiate e profondi solchi. A fine settembre il club viola festeggia i suoi ottant’anni di storia e invece di farlo in uno scenario suggestivo deve accontentarsi di una umiliante location. E in comune, a Firenze, tra l’altro, c’è un sindaco che si occupa volentieri di calcio. Leonardo Domenici è stato uno dei battaglieri difensori del club durante moggiopoli. Diego Della Valle deve al suo intervento, autorevole al pari di un ministro, presso i ds, la scelta politica della Corte federale di iscriverlo in serie A con una forte penalizzazione.

Eppure non basta avere un sindaco capopopolo per limitare i danni di Ligabue e dei suoi fans. Là dove c’era l’erba, a Firenze, ora c’è un prato impresentabile, dipinto di verde per nascondere le magagne di color giallo.

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