Quelle «Lacrime d’amore» tra Foscolo e la Fagnani

«... E adesso sento ch'io t'amo, che ti devo amare eternamente. Grazie, celeste creatura, grazie. Ho coperta di baci la tua lettera e l'ho bagnata di lagrime riconoscenti. Io la rileggo, e me la stringo al petto come sacro e prezioso tesoro. O Antonietta! Sei veramente tu che mi scrivi?». È un amore ardente, tormentato, consumato tra le silenziose pareti dei palazzi milanesi, quello che traspare dai frammenti della lettera scritta da Ugo Foscolo ad Antonietta Fagnani Arese nel giugno del 1801. Lui, giovane ufficiale di origini greche (isola di Zante), senza soldi ma ambiziosissimo, testa calda in politica e grande poeta. Lei, ricca signora milanese moglie di un conte, ventitré anni come lui, capelli corvini, alta, sensuale e molto corteggiata. Si incontrano una domenica in un caffè alla moda di Milano, ed è subito coup de foudre. Otto mesi di passione e un intero anno di ripicche, gelosie, malinconie, rimpianti.

Una storia d'amore scandita da 136 lettere, pubblicate per la prima volta nel 1884, che stasera alle 21 al Teatro di Verdura (via Senato 14, tel. 02-76020794) saranno lette e interpretate da Giulio Casale ed Elena Ghiaurov nello spettacolo di Filippo Crivelli «Lacrime d'amore», tratto dall'omonimo romanzo di Giovanni Pacchiano.

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