«Da queste parti i ragazzi è meglio non rimproverarli». La custode della scuola media di via Graf, a Quarto Oggiaro, parla a bassa voce. «Sa, io vivo e lavoro qui - spiega -, voglio stare tranquilla». Ma, all'indomani dell'aggressione all'insegnante «colpevole» di aver ripreso una studentessa poco disciplinata, non può che confermare quello che tutti sanno: «Questo è un quartiere difficile, la nostra scuola è a rischio. Avremmo bisogno dell'intervento delle forze dell'ordine, almeno quando i ragazzi escono». A Quarto Oggiaro, come in altre scuole di frontiera, vige una regola non scritta, che insegnanti e personale non docente imparano solo con l'esperienza. «Alcuni alunni vengono da famiglie molto particolari - confida -, chiunque lavori qui sa che è meglio lasciarli stare. L'insegnante che ha rimproverato la studentessa era arrivata da pochi mesi, evidentemente non ha ancora capito come funziona da queste parti». Non ha capito, insomma, che se una ragazzina di 12 anni rovescia per terra una brocca d'acqua per dispetto, deve stare zitta. Anche se viene ricoperta di insulti. Pena, essere presa a schiaffi e pugni all'interno della propria scuola dalla mamma e dalla nonna dell'alunna. «Sono stata solo io», ha precisato ieri la madre della ragazzina, continuando a sostenere che la professoressa (che nega il fatto) ha dato uno schiaffo alla ragazzina «e non si doveva permettere, per questo lho aggredita e se tornassi indietro lo rifarei».
«Sono entrate dalla finestra come due furie - ricorda la custode -, hanno inseguito la professoressa fino in bagno, dove si era rifugiata. Hanno distrutto tutto, fin quando non siamo intervenuti noi e poi le forze dell'ordine». L'insegnante è stata ricoverata al Sacco e poi dimessa in serata con pochi giorni di prognosi. L'alunna ieri mattina era regolarmente fra i banchi. Le due donne, con precedenti per reati contro il patrimonio, sono indagate per lesioni e danneggiamento. «Non è la prima volta che sentiamo storie di questo tipo - spiega la mamma di un ragazzino -, qualche tempo fa un episodio simile era avvenuto nel plesso di via Trilussa. E poi spesso capitano situazioni di bullismo». Butta invece acqua sul fuoco la segretaria dell'istituto: «Questa è una scuola come tante altre ai confini della città. Abbiamo gli stessi problemi di un qualunque istituto di periferia». E in effetti, a guardarla la media di via Graf è una scuola come tante altre. Ben tenuta, con i mattoni rossi all'esterno e un grosso murales colorato a dare il benvenuto all'ingresso. La differenza la fa lo stato d'animo con cui la gente ci lavora. «Abbiamo paura - prosegue la custode -, sia noi sia gli insegnanti».
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