Quirinale

La lezione di Mattarella alla sinistra: "Io faccio il mio dovere"

Tirato per la giacca in più di un'occasione da Pd & Co., il capo dello Stato ha ribadito la sua indisponibilità a interferire nel dibattito politico

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In più di un'occasione la sinistra ha tirato per la giacca il presidente Sergio Mattarella, questo è assodato. Dal Partito Democratico agli amici-nemici del Movimento 5 Stelle, in molti hanno sognato di arruolare il capo dello Stato come l'anti-Meloni. Ma oggi è arrivata l'ennesima delusione per i compagni. Ricevendo al Quirinale il Presidente di Casagit, Gianfranco Giuliani, il presidente della Repubblica ha velatamente ribadito la sua indisponibilità a interferire nel dibattito politico, stroncando chi cerca di coinvolgerlo in polemiche e diatribe tra maggioranza e opposizione. "Io faccio il mio dovere", il messaggio di Mattarella.

"Vorrei cogliere l'occasione per far notare che frequentemente il presidente della Repubblica viene invocato con difformi e diverse motivazioni", ha spiegato Mattarella: "C'è chi gli si rivolge chiedendo con veemenza: 'il Presidente della Repubblica non firmi questa legge perché non può condividerla, perché gravemente sbagliata', oppure: 'il Presidente della Repubblica ha firmato quella legge e quindi l'ha condivisa, l'ha approvata, l'ha fatta propria'. Il Presidente della Repubblica non firma le leggi, ne firma la promulgazione, che è una cosa ben diversa".

Se il capo dello Stato andasse al di là di questo limite che gli assegna la Costituzione, ha aggiunto, si arrgherebbe indebitamente il compito rimesso alla Corte Costituzionale. E ancora: "Se addirittura dicesse: 'Non firmo questa legge perché non la condivido, perché, a mio avviso è sbagliata', farebbe ben altro, andrebbe al di là di qualunque limite posto dalla Costituzione nel rapporto tra i poteri dello Stato e tra gli organi costituzionali. Quando il Presidente della Repubblica promulga una legge, non fa propria la legge, non la condivide, fa semplicemente il suo dovere, che è quello che ho descritto".

Il rispetto della Carta, senza andare oltre. Sappiamo che non è scontato, ma Mattarella è fedele alle leggi dello Stato e le rispetta senza personalismi. Nel corso del dialogo con il presidente di Casagit, il presidente della Repubblica ha ammesso di avere a volte l'impressione che qualcuno pensi ancora allo Statuto Albertino in cui veniva affidata la funzione legislativa congiuntamente alle due Camere e al re: "Quando le Camere approvavano la legge, il re prima di promulgarle doveva apporre la sua sanzione, cioè la sua condivisione nel merito, perché aveva anche attribuito il potere legislativo. Fortunatamente non è più così. Il Presidente della Repubblica non è un sovrano, fortunatamente, e quindi non ha questo potere". Un discorso di libertà, stella polare del Quirinale.

A tal proposito, Mattarella ha evidenziato che la libertà di stampa è fondamentale per la democrazia: "Che vede nella nostra Costituzione una tutela netta, chiara, indiscutibile, a fronte della quale vi è una assunzione di responsabilità da parte dei giornalisti: la lealtà, l'indipendenza dell'informazione, la libertà di critica, nel rispetto della personalità altrui, il rispetto dei fatti".

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