L'Incontro Internazionale "Osare la Pace" organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio diventa l'occasione per Sergio Mattarella per lanciare un forte messaggio di pace stabile anche nell'Este dell'Europa, dopo il percorso che sembra seriamente essersi incardinato in Medio Oriente: "L'auspicio è che la 'scintilla di speranza', come l'ha definita Papa Leone XIV, innescata in Terra Santa si estenda anche all'Ucraina, dove le iniziative negoziali stentano ancora a prendere concretezza mentre le sofferenze di bambini, donne, uomini procurate dall'aggressione russa non accennano a diminuire - ha affermato il Presidente della Repubblica -. Quanto avviene ci impone di perseverare in una risposta comune, equilibrata, mossa dal senso di giustizia e di rispetto per la legalità internazionale, dalla vigenza universale dei diritti dell'uomo. Sono i princìpi in cui si riconosce la Repubblica Italiana".
Le notizie giunte negli scorsi giorni da Gaza, dopo gli accordi di Sharm El-Sheikh, con i primi passi di intesa tra Israele e Palestina e il rilascio degli ostaggi, "ci ricordano che i processi di pace hanno bisogno di perseveranza, di pazienza, di lavoro di mediazione, di assunzione di responsabilità - ha proseguito Mattarella -. Chiediamoci: cosa induce a non usare le immani risorse per bruciarle sull'altare della guerra per costruire, invece, la pace? Occorrono cambiamenti radicali nella mentalità e nella condotta prescelte". Secondo il Capo dello Stato, per consolidare la pace quindi serve "grande coraggio e molto lavoro ma la pace conviene, la pace è vita, la pace è sviluppo. Le guerre lasciano il mondo peggiore di prima".
Mattarella ricorda inoltre che non si può omettere di ricordare che "osare la pace include e abbraccia altri aspetti: dalle ampie zone di grande povertà nel mondo, alle sofferenze dei migranti, alla crescente concentrazione della ricchezza in poche mani in luogo della sua diffusione". Di fronte alle guerre e per la pace "parlano le religioni, con la forza della loro autorevolezza, con la definizione della pace come 'santa', nell'infaticabile ricerca di quel che unisce gli esseri umani, nella promozione della solidarietà globale". E quindi ecco la necessità "a investire in percorsi di dialogo e di mediazione, a sostenere chi soffre, a costruire ponti tra i popoli, per contribuire a un mondo in cui la pace non sia un sogno per gli illusi, ma una realtà condivisa", continua il Presidente della Repubblica.
"Abbiamo costruito, con l'Unione Europea, una condizione, sin qui realizzatasi tra i suoi membri, per cui le armi avrebbero taciuto per sempre. E questo per volontà democratica dei suoi popoli liberi, non per imposizione imperiale o di uno dei dittatori, protagonisti di disumani esperimenti del secolo scorso". Mattarella sottolinea come questa sia stata una condizione che ha "pesato, influenzando tante altre aree del mondo, avviando una fase destinata a globalizzazione dei diritti e a colmare gradualmente il divario tra i popoli del Nord e del Sud del mondo.
Non è stata una stagione priva di tensioni e di prezzi pagati duramente dalle popolazioni civili, come nei vicini Balcani". Insomma, conclude la prima carica dello Stato citando nuovamente il Pontefice: "Serve disarmare gli animi e disarmare le parole per poter realmente favorire la pace".