La rabbia dei lettori

La rabbia dei lettori

2VOTO RINNEGATO
Cara De Martini

io non la voto più
Gentile Dr. Lussana, sono una delle tante lettrici del Giornale che hanno dato il loro voto alla signora De Martini, anche senza conoscerla, sperando di avere un deputato ligure a Bruxelles. Non è andata bene, però mi pare che la signora abbia ricevuto comunque un buon numero di voti. Ora queste bizze non mi piacciono proprio. La signora De Martini può formare la sua lista quando vuole, ma non si permetta di usare il mio voto. Io lo rinnego e qualunque cosa faccia non la voterò mai più.
2L’IVA CHE NON PIACE
La Zanicchi in Europa?

Non ha fatto granché
Caro Lussana, questa volta proprio non la capisco. Lei dice: Meno male che Iva c’è. Ma dove? Ma quando? Al parlamento europeo difficilmente qualcuno si ricorda della sua esistenza, non solo per le sue quasi totali assenze ma anche per le sue iniziative parlamentari non fatte. Il suo giornale pochi giorni prima la classifica tra i «Nullafacenti».
Ma lei lo legge almeno il giornale dove lei è impiegato? Inoltre lei ricorda che Iva Zanicchi disse che avrebbe votato Berlusconi e dopo di che avrebbe valutato se prenderlo a pedate. Appunto, lei Lussana visto che la inneggia (la Zanicchi) avrebbe invece dovuto invitare quell’«onorevole» a mostrare le terga ai suoi elettori e chiedere: «Colpite duro che me lo merito». Mi piacerebbe incontrarla e dirle il mio disappunto guardandola negli occhi. Viviamo vicini perciò non si può dire. Comunque lei mi sembra il tipo di persona che se riconosce l’errore sa chiedere scusa. Grazie per l’attenzione e mi scuso per l’enfasi. Ma io giudico l’europarlamentare non perché una volta cantava ma bensì perché quando è stata eletta per la bisogna non «ha fatto bene». Appunto.
Gianni Bertini Genova
2VOTO TRADITO
Venti amiche al bar

deluse e sconcertate
Siamo venti amiche che hanno votato alle Europee la Dott. De Martini. Oggi siamo deluse, sconcertate.
Il nostro voto non solo è stato sprecato ma è stato tradito. Ma come? È stata candidata una persona che, senza alcuna coerenza o senso di appartenenza al partito che «la portava», aveva dato adito a condotte politicamente poco rispettose della linea di pensiero che caratterizza quel partito ossia il nostro.
Noi speriamo, a questo punto, che la Dott. De Martini non possa rappresentarci in Europa perché ci sembra che la stessa non ci garantisca la costante adesione e osservanza all’orientamento espresso e posto alla base del partito di cui si è dichiarata parte.
Noi crediamo che la stessa, anche per quanto traspare dalla risposta fornita dalla medesima, non dia idonee garanzie ai suoi votanti di rappresentare il loro pensiero. Qui si confonde il senso del mandato elettorale. La persona eletta deve sempre muoversi nel rispetto del voto ricevuto e della scelta politica che ne sta alle spalle. Non può ritenersi totalmente libera di cambiare pensiero e orientamento come più le aggrada. O meglio, lo può fare sì, ma prima si dimette, perché, per il cittadino, votare non deve trasformarsi in una giocata ai dadi. L’elettore non può correre il rischio che il candidato che si è professato appartenente ad un gruppo politico, abbia la facoltà di tradire il suo mandato elettorale, ponendo in essere condotte diametralmente opposte all’orientamento partitico di appartenenza. E ci si risparmi per favore le dichiarazioni di buoni intenti, tipo la demagogica giustificazione della tutela di principi «costituzionali» ed «elevatissimi» come la difesa della libertà o della Giustizia sostanziale e così via. Nessuna offesa all’intelligenza dell’elettore, per favore. Tutti rispettiamo quei principi. Tutti. Ma i portabandiera di quei concetti, se aderiscono ad un orientamento politico, devono assolutamente salvaguardarli onorando le scelte operative e le modalità proprie di quel partito e non saltare sul carro dei manifestanti del partito opposto.
Sappiamo che il partito potrà intervenire e decidere in merito alla vicenda che oggi interessa la dott.ssa De Martini. Vedremo che succederà.
Ringraziandola per lo spazio concessoci, porgiamo i migliori saluti.
Ivona Bottazzi e amiche
2SOLIDARIETÀ
Ingiusti gli attacchi

al nostro Giornale
Caro Massimiliano, ho letto delle accuse mosse a Te ed alla redazione de «il Giornale» di Genova dalla dott.ssa De Martini circa presunti comportamenti scorretti nei suoi confronti nel corso della campagna elettorale. Siccome ho avuto il privilegio di lavorare con Voi per circa due anni e, quindi, di conoscere Te, i redattori ed i colleghi di segreteria permettimi di esprimerVi personalmente non soltanto la mia più sincera solidarietà ma anche un ringraziamento per quanto fate - con i mezzi a disposizione - per garantire a Genova ed in Liguria un servizio di informazione leale ed obiettivo non certo omologato ai canoni redazionali di tanti altri quotidiani nostrani inclini a sottacere piuttosto che ad informare. Mi dispiace, inoltre, che l'attacco venga proprio da una persona che, se la memoria non mi tradisce, è sempre stata trattata dal Giornale con occhi di riguardo, specie in passato, quando nessuno avrebbe mai immaginato che sarebbe diventata «paladina della Liguria e della genovesità» in Europa!
Perdonami forse la troppa ironia ma ritengo così assurdamente ingiuste le accuse che Vi sono state rivolte che mi sono sentito in dovere - e Tu sai che sono persona da dietro le quinte e non da prima fila - di farVi sapere che, in ogni caso, sono con Voi.
A presto.
Lorenzo Baglietto
2OCCHIO AI NUMERI
Anche nello Spezzino

Pdl ok e Pd ko
Alla cortese attenzione del Direttore Massimiliano Lussana.
Da oltre cinquant'anni orbito a La Spezia essendo ufficiale della Marina Militare, ora in pensione.
Da sempre e ancora oggi è opinione diffusa che La Spezia e i comuni della sua provincia siano roccaforti rosse inespugnabili.
Avendo letto quà e là che in linea con gli schiaccianti risultaiti nazionali anche nella provincia di La Spezia le cose erano andate male per la sinistra, ho consultato il sito del Ministero dell'Interno con i seguenti risultati: la differenza tra Pd e PDL nel comune della Spezia è di appena due punti circa; per quanto concerne i comuni della provincia spezzina, a parte alcune irriducibili enclave rosse, in gran parte di detti comuni il PdL è in testa.
Se anche a Lei risulta che le cose stanno così, a noi sostenitori del PdL e assidui lettori de il Giornale e del pregevole inserto di Genova e della Liguria farebbe piacere veder commentate su il Giornale la reale situazione della provincia spezzina e le affermazioni del PdL in tanti comuni.
Nel ringraziarLa per l'attenzione prestata, Le faccio tanti complimenti per i Suoi articoli pubblicati nell'inserto e nella edizione nazionale.
Cordialmente.
Roberto Truglio
2L’ELETTORE OPERAIO
Datemi la sua mail

che le spiego qualcosa
Caro il Giornale - Liguria, sono un operaio che in quanto ligure ho dato il mio voto al Pdl siglando le 3 preferenze così: Berlusconi (Primo Ministro eccellente), Mauro (professore di grande spessore) e De Martini (il cui unico, ripeto Unico merito, è il fatto di essere LIGURE). Ho fatto il rappresentante di lista Pdl, ho sostenuto Vaccarezza alle Provinciali di Savona, ho votato la ex diniana De Martini e oggi vedo che questa donna nullità sostiene che le sue preferenze appartengono solo a lei e che da ora a SV lei appoggerà il candidato Pd Boffa. Una vergogna, una traditrice senza vergogna che cadrà presto nell oblio, meno male che abbiamo Iva! Se possibile inviatemi indirizzo e-mail De Martini, grazie.
Giorgio Ferro Savona
2MAI PIÙ
Ho votato la signora

ma è l’ultima volta
Ho seguito le indicazioni dell'On Scajola e degli altri esponenti del Pdl ed ho dato il mio voto di preferenza anche alla Signora De Martini; non solo ma ho segnalato il suo nome ad alcuni amici e conoscenti che l'hanno sicuramente votata.
Sappia la Signora De Martini che il mio voto non l'avrà mai pù comunque si concluda la vicenda.
Cordiali saluti.
Elio Ugolini
2PARADIGMATICA
Candidata opportunista

Il Pdl non è un taxi

Egr. Dott. Lussana, ho letto il Suo articolo di ieri, dal titolo «Ripartiamo dai fedelissimi» e poi ho visto i vari altri commenti che sono comparsi ieri ed oggi, sul tema De Martini.
Inutile forse che Le ribadisca la mia totale concordanza con ciò che Lei sostiene, ma il fatto è che - a costo di essere noiosi e ripetitivi - questi concetti vanno ripetuti tanto quanto basta perché il Partito ne tragga le conclusioni, che molti attendono inutilmente, da tanto tempo.
Nella fattispecie, che Lei giustamente qualifica come «punta di un iceberg», il comportamento della sunnominata candidata è apparso - come direbbero i sinceri democratici - paradigmatico di un costume che, in F.I. prima e nel P.d.L. adesso, caratterizza molte, troppe candidature.
Si sa che un partito vincente attira facilmente a sé ogni sorta di opportunisti e di presuntuosi, i quali si sentono autorizzati a sputacchiare, spesso sfoderando una spocchia veramente insopportabile, su chi il Partito lo ha accudito e rispettato nei momenti di «vacche magre». Questi personaggi acchiappano l'autobus e, se mancano la presa, se la prendono con l'autobus stesso, che ridiventa ipso facto una vera schifezza, condotta da un branco di incapaci, con in testa un Tycoon dai pochi scrupoli, politici e morali, naturalmente.
Un altro guaio è che chi sputa sul partito, o se ne esce sbattendo la porta, od ancora viene cacciato con ignominia, spesso poi ricompare vestito da figliol prodigo e gli si stende il tappeto rosso e per l'occasione si uccide il vitello grasso.
Sarà che io non ho mai capito la parabola del figliol prodigo, non l'ho mai digerita e sono anche arrivato a pensare che essa sia apocrifa, dettata appunto da qualche politico di ritorno, ma sono persuaso che, se si vogliono consolidare le fondamenta morali e politiche del P.d.L., in modo che esso non rimanga un'emanazione legata alla presenza di Berlusconi (che speriamo venga resa eterna, ma finora non risulta che un tale provvedimento sia stato emanato da Chi di dovere), è necessario che il legame, che ora unisce Berlusconi direttamente al suo popolo, sia trasferito sull'intero partito e su ciascuno dei suoi esponenti.
Per fare ciò, non si può inseguire ad ogni costo «i giovani» o «le donne», come se si trattasse di categorie a se stanti e di per se stesse salvifiche e garanti di una buona politica.
Credo che gli elettori possano riconoscere tanto in un uomo quanto in una donna (velina o racchia che sia), in un giovane quanto in un vecchio, le doti di buon politico e di buon amministratore.

Così come sanno riconoscere «a naso» l'opportunista di turno e magari preferiscono essere rappresentati a Bruxelles da un buon lombardo, anche se sono liguri.
Finisco qui, perché l'ho già fatta troppo lunga, ma ovviamente vi sono molte altre cose da dire: alla prossima...
Cordiali saluti.
Emilio Barlocco

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