Cultura e Spettacoli

Raccontando l'Italia ai tempi della lira

Oltre quaranta testimonianze di italiani che rievocano stralci di vita alle prese con il denaro. Gioia, fatica, delusioni, sofferenze, esultanza, fuitine, sorprese: cosa c'è davanti e dietro alle vecchie banconote

Crisi dell'euro e vecchie monete. Ripensando a com'era l'Italia ai tempi della lira, rimasta viva - anzi vivissima - colloquialmente parlando, in moltissimi modi di dire e proverbi ancora oggi frequentati e ricorrenti, arriva ora un volume che merita di entrare nella galleria di quei testi che rappresentano una raccolta di esperienze più che stralci di storia ricostruiti sulla scorta di documenti d'archivio. «Se potessi avere» (Il Mulino, pp. 250, euro 20) ha un sottotitolo che la dice lunga sulla natura e sugli scopi del volume: «Memorie degli italiani ai tempi della lira». Ne è autore Diego Pastorino, un giornalista prematuramente scomparso a soli 52 anni a causa di un male che non perdona, primo ad aver raccolto testimonianze di chi ha vissuto l'evoluzione della moneta italiana, fuori corso dall'avvento dell'euro nel 2002.
Il libro è uno specchio della storia sociale d'Italia dalla fine del Settecento ai giorni nostri. Inizialmente insomma era il denaro, poi divenne la lira e arrivò anche l'Unità. Infine ecco Mussolini, quindi agli anni del boom. Fine della storia. Tuttavia, il volume, che non ha certo un continuum di racconto, non essendo un romanzo, ha una spiccata leggibilità perché ai più giovani può raccontare cosa significava avere la lira nel portafogli visto che ne hanno vissuto solo il crepuscolo, mentre per i più anziani rappresenta un amarcord in cui ritrovarsi. Rivedersi. Rammentare stralci di un'epoca che sembra lontana anni luce, ma in realtà risale a qualche decennio fa. Per tutti è invece il resoconto di come si maneggiava la moneta quando nessuno dei viventi allora c'era. Nell'Ottocento. O, addirittura prima, alla fine del Settecento.
E allora eccola l'Italia del treno che costa due lire (e non è un modo di dire). O quella del libero commercio di gelati e granite. Il denaro per la fuitina, ovvero la fuga con la fidanzatina avversata in famiglia. Il salvadanaio di un sacerdote, reduce da un campo di concentramento che scopre di risultare ufficialmente morto per un errore burocratico e al quale non resta che sposarsi e creare una famiglia. Per non parlare del mito del posto fisso, della Lambretta emblema della rinascita di un Paese prostrato dalla guerra. E oggi dei rimasugli di un mercato del lavoro in perenne mutamento. Dipendente pubblico o part time. La storia non si ripete, i tempi spesso hanno molto in comune.

Più di quanto si pensi.

Commenti