Marco Ferri
da Firenze
Qualcuno si faceva capire a gesti, perché non pronunciava una sola parola ditaliano. Qualcun altro laveva presa come scusa per fare qualche giorno di vacanza a scuola. Più o meno inconsapevolmente, tutti si ritrovarono eroi del dopo-alluvione a Firenze e per questo, furono ribattezzati «Angeli del fango». A 40 anni dal cataclisma che sconvolse Firenze, oltre 2mila di loro torneranno nel capoluogo toscano ritrovandosi il 4 novembre a Palazzo Vecchio, per ricordare quellirripetibile esperienza di vita. Tra i giovani che risposero allappello lanciato da Firenze - furono circa 10mila coloro che si mobilitarono - cerano anche dei ragazzi che poi sarebbero diventati famosi, dallastrofisica Margherita Hack allex-cancelliere tedesco Gerard Schröder, dallex-ministro Josckha Fischer al fumettista Sergio Staino, fino allartista Sandro Chia.
Era stato il giornalista Giovanni Grazzini a battezzare «Angeli del fango» quei ragazzi che provenivano da tutta Italia e dallestero, che credevano in dèi diversi e si esprimevano con idiomi differenti; senza il loro tempestivo intervento il bilancio dei danni sarebbe stato molto più alto. Ancora oggi, fior di professionisti del restauro sottolineano che il salvataggio, postumo, di innumemerevoli opere darte e di centinaia di migliaia di libri, fu dovuto anche alla limitata permanenza dei materiali nel fango. E a tirarli fuori, spesso senza guanti, con lodore della nafta nelle narici, dividendo un mozzicone di sigaretta e bevendo dallo stesso bicchiere, furono gli «Angeli del fango», anonimi e silenziosi protagonisti di una «Woodstock della cultura», preziosi volontari, antesignani del moderno concetto di «protezione civile» e ai quali Firenze non ha mai detto un chiaro e netto «grazie!». Forse anche per questo il capoluogo toscano e la Regione hanno deciso di organizzare levento reso possibile anche grazie al sito www.angelidelfango.it. Allappello, che fu lanciato nello scorso gennaio per ritrovarsi insieme a Firenze per portare la propria testimonianza al grande raduno degli «Angeli del fango», hanno risposto ben 2.189 persone. A ognuno di loro sarà distribuito il «kit degli angeli», comprendente piante della città, volumi sullalluvione, un ricordo personalizzato, oltre a sconti per alberghi, ristoranti, bus, taxi e musei. Sempre il 4 novembre verranno inaugurate a Palazzo Panciatichi due mostre: una raccolta di foto e filmati dedicata agli «Angeli del fango» e una sugli «Angeli alla radio», ovvero il manipolo di radioamatori che garantirono le comunicazioni in una città isolata dal mondo, piombata improvvisamente nel buio, nel freddo e con la paura delle epidemie.
«Nella storia di Firenze e di tutta la Toscana - ha spiegato il presidente del Consiglio Regionale toscano, Riccardo Nencini - il 4 novembre è una data segnata in rosso: per quello che di disastroso è accaduto, ma anche per il contributo che i volontari hanno dato alla ricostruzione. Siamo fiduciosi di riuscire a mettere in piedi un evento straordinario, ma per far questo cè bisogno dellaiuto di tutti». Quei giovani, ha sottolineato, «giunsero in una città ferita per aiutarla a salvare il suo patrimonio e le sue case. Lo fecero senza che nessuno avesse lanciato appelli o parole dordine: sentirono semplicemente nei loro cuori la spinta a fare qualcosa per cancellare gli effetti di un disastro che aveva colpito uno dei simboli mondiali della grandezza delluomo». Gli «Angeli», ha aggiunto, «saranno lavanguardia di un mese che abbiamo voluto dedicare al volontariato, tema guida della festa della Toscana 2006, con circa 700 eventi collegati».
Il raduno degli eroi per caso che salvarono Firenze dal fango
A quarantanni dallalluvione si ritrovano i volontari che rimisero in piedi la città. Da Schröder alla Hack, molti di loro sono diventati celebri
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