da Lecco
Clamorosa svolta nelle indagini condotte dalla procura di Lecco sulla misteriosa morte di Chiara Bariffi, la trentenne di Dervio (Lecco) scomparsa nella notte del primo dicembre 2002 e ritrovata dopo quasi tre anni, nel settembre 2005, in fondo al lago di Lecco all'interno del suo fuoristrada. Per risolvere il «caso», molti lo ricorderanno, sarebbero state decisive le indicazioni di una sensitiva, Maria Rosa Busi che indicò la zona in cui «vedeva» il cadavere della giovane.
Adesso a un anno di distanza ecco la clamorosa novità: la ragazza potrebbe non essere morta per un incidente o, come qualcuno sospettò, da suicida.
Il magistrato titolare dellinchiesta ha infatti indagato due persone - sui cui nomi vige il massimo riserbo - fortemente indiziate di aver avuto un qualche ruolo nella vicenda. Sempre secondo quanto si apprende i Ris dei carabinieri avrebbero «certificato» alcuni accertamenti tecnico-scientifici attraverso quelli che vengono definiti «atti irripetibili», ovvero esami di laboratorio che non si possono più effettuare in quanto il materiale a disposizione è stato tutto utilizzato, oppure come l'autopsia, a meno di non voler pensare ad una riesumazione del cadavere.
Attorno alla morte della Bariffi anche il sospetto che la 30enne fosse entrata in un giro di satanisti. L'ipotesi del suicidio non ha mai convinto i familiari e tantomeno Enrico Magni, lo psicologo che la seguiva.
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