Napoli - Un rapinatore di 16 anni è stato ucciso a Napoli durante una rapina in un pub. Il baby rapinatore impugnava una pistola giocattolo, ma senza il tappo rosso. I militari hanno corretto la versione del fatto. In un primo momento avevano comunicato che la pistola era un'arma alterata calibro 7,65 in grado di sparare proiettili veri ed era carica. Poi la retromarcia. Il giovane si chiamava Marco De Rosa, aveva 16 anni, viveva nel quartiere dell’Arenaccia ed era incensurato. Il fatto è accaduto questa notte dopo l’una e trenta in una paninoteca di Piazzetta San Luigi, nel quartiere residenziale di Posillipo. Secondo quanto si è appreso, in sei a bordo di tre motocicli sono arrivati al pub e sono entrati armati per una rapina. La rapina è stata compiuta nel pub Genline, in Via Posillipo. All’interno del locale si sono presentati due malviventi, armati con una pistola e con il volto nascosto dai caschi. Si sono fatti consegnare dal proprietario del pub l’intero registratore di cassa, contenente il denaro: 100 euro. All’esterno del locale erano rimasti in attesa altri quattro complici, su due diversi motorini.
L'inseguimento La fuga era appena cominciata quando i giovani hanno incrociato carabinieri. È cominciato così un inseguimento lungo i tornanti in discesa di Via Posillipo. Giunti alla fine della strada, in Largo Sermoneta, dove comincia il lungomare di Napoli, De Rosa ha tentato di proseguire la fuga a piedi, mentre i complici sono riusciti a fuggire. Mentre l’ inseguimento del ragazzo continuava - sempre secondo la ricostruzione fatta dai militari - i carabinieri hanno più volte intimato al rapinatore di fermarsi ed hanno anche sparato alcuni colpi di pistola in aria, a scopo intimidatorio. Ad un tratto, però, De Rosa si è voltato ed ha puntato l’arma verso i militari che lo inseguivano. Uno dei carabinieri ha sparato, colpendo il ragazzo. De Rosa, gravemente ferito, è stato soccorso e trasportato subito all’ospedale Fatebenefratelli, in Via Manzoni, ma è morto durante il tragitto. I suoi cinque complici sono riusciti a fuggire.
Le testimonianze Secondo i militari, il giovane sarebbe stato colpito al volto. Ma uno dei parenti del 16enne, che vuole restare anonimo, ha riferito ai giornalisti che secondo un medico dell’ospedale Fatebenefratelli lo sparo lo avrebbe raggiunto invece alla nuca. "E’ incredibile tutta questa storia, per me è inspiegabile. Io non so neanche se credere a quello che ci hanno detto. Era un ragazzo normale, di una famiglia normale", ha detto ai giornalisti Pino De Rosa, 35 anni, uno dei fratelli di Marco. Secondo l’uomo, ieri sera, come succedeva di solito, il ragazzo era uscito con gli amici sul suo scooter. "Era un bravo ragazzo che girava sempre per il quartiere in motorino", racconta un altro residente. "La cattiva compagnia è l’unico modo con cui riesci a spiegarti queste cose, ma non riesci a spiegarti che Marco sarebbe stato capace di puntare una pistola contro qualcuno".
La famiglia "E’ infame il fatto che (il carabiniere) gli abbia sparato da dietro", dice un altro residente, accreditando la versione che il giovane sia stato colpito mentre fuggiva, alle spalle. Marco, raccontano Francesco e Gianni, 16 e 17 anni era uno " a cui piaceva scherzare. Tutto questo è inspiegabile. Era uno che giocava sempre, andava sempre in giro e pazziava. Era un ragazzo buono, era un ragazzo per bene". Dopo gli esami di terza media, dicono alcuni conoscenti, il ragazzo aveva lasciato la scuola e lavorava in un negozio all’ingrosso.
Quando non lavorava, andava in giro per il quartiere con gli amici e con la sua ragazza. Il padre di Marco è in pensione da anni, malato di dialisi, mentrre la madre è casalinga. I quattro fratelli - tre maschi e una femmina - sono tutti adulti e sposati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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