Reagisce al poliziotto Rapinatore ucciso in autostrada

FrosinoneUn giovane pregiudicato napoletano, Marco Di Prisco, 27 anni, è morto all’alba di ieri, colpito alla schiena da un colpo partito dalla pistola di un poliziotto della Stradale, nel corso di una colluttazione la cui dinamica resta però tutta da chiarire. L’episodio è accaduto alle 4 di ieri nell’area di servizio La Macchia, lungo l’autostrada tra i caselli di Frosinone e Anagni, quando alla questura di Frosinone arriva l’allarme per una tentata rapina ai danni dell’autista di un Tir in un’altra area di servizio, quella di Giove, nei pressi di Orvieto. I poliziotti inseguono una Lancia K e un furgone, risultato poi carico di materiale informatico provento di un’altra rapina, in direzione Roma e quindi Napoli, ma dopo un po’ ne perdono le tracce.
La sottosezione della polizia autostradale di Frosinone - una sorta di ultimo baluardo prima che i rapinatori riescano a raggiungere i depositi del Casertano e del Napoletano - allerta quindi la pattuglia in servizio notturno nel tratto che va da Roma a Cassino, composta da un assistente capo e da un assistente, entrambi alle dipendenze della questura del capoluogo ciociaro da circa dieci anni e considerati tra i più esperti nel particolare dispositivo contro le rapine ai camionisti. I due poco dopo, all’altezza di Anagni, intercettano proprio una Lancia K che sembra corrispondere alle note di ricerca diramate e la fermano all’interno della piazzola di sosta dell’autogrill, in quel momento sotto una cappa di nebbia e con pochi avventori. I poliziotti si avvicinano per chiedere i documenti e tre di loro li consegnano senza opporre rifiuto. All’improvviso, però, tutti e quattro fuggono in direzioni diverse. Tra uno di loro (più tardi si scoprirà che era l’unico a non aver mostrato i documenti) e l’agente più giovane inizia una colluttazione, durante la quale, come riferito dal procuratore della Repubblica di Frosinone Margherita Gerunda, dalla pistola del poliziotto parte un colpo da distanza ravvicinata che si conficca in un rene del fuggitivo.
Marco De Prisco, come verrà identificato solo nel tardo pomeriggio di ieri, muore all’istante, mentre i complici riescono a dileguarsi nelle campagne circostanti e a far perdere le tracce, anche se la polizia, rimasta in possesso dei documenti di identità, sa che si tratta di altrettanti pregiudicati del Napoletano. Per tutta la giornata di ieri sono proseguiti i rilievi su luogo dell’uccisione, coordinati dal sostituto procuratore di Frosinone Maria Monti. Il poliziotto è in stato di choc e ancora non è stato interrogato. A suo carico, come ha confermato la Procura, fino a ieri sera non era stato preso alcun provvedimento, ma a quanto par la magistratura in quest’occasione si tratterebbe di uso legittimo delle armi. Sempre oggi, presso la camera mortuaria dell’ospedale di Frosinone, verrà eseguita l’autopsia sul cadavere del giovane napoletano. Sulla giacca e sulla maglietta della vittima sono stati già rilevati i segni di una fiammata e dunque c’è la probabilità che il colpo sia stato esploso da una distanza molto ravvicinata. «Uno dei poliziotti - ha riferito il Procuratore Gerunda - ha esploso un colpo in aria a scopo intimidatorio, ma senza esito, come registrato anche dalle telecamere esterne dell’autogrill.

L’inseguimento è continuato nel piazzale e uno dei fuggitivi è inciampato, a quel punto l’altro poliziotto ha tentato di bloccarlo a terra e durante la colluttazione è partito il colpo, risultato mortale. Il colpo probabilmente è partito all’improvviso, senza dolo, perché il bossolo lo abbiamo trovato ancora inserito nella pistola dell’agente».

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