Sono passati quarantanni da quel lontano 1969, quando arrivò davanti al Piermarini insieme ad un migliaio di ragazzi del movimento studentesco. E il signor G., il lanciatore di uova, è ancora qui in piazza della Scala, come ogni 7 dicembre che si rispetti. Dalla parte dei contestatori sintende, di quelli pronti a bombardare le signore impellicciate con una pioggia di cibo avariato. Anche se i tempi sono cambiati e le uova, a dire la verità, non le porta più. Ma che importa, per lui, il nostalgico della protesta, ciò che conta è la presenza, poter dire di non aver mollato nemmeno questanno e di esserci stato. Senza aderire ufficialmente a nessuna sigla, senza stare dietro striscioni o intonare cori. Che bisogno ce ne sarebbe: il signor G. di questa piazza custodisce segreti e misteri. E se ne sta lì, da solo in un angolino tra gli altri lavoratori che urlano contro il governo, in attesa di vedere sfilare gli ospiti più illustri. Una protesta che se allora era un modo per affermare lessere alternativi, oggi forse è soltanto un ricordo dei bei tempi andati. «Anche le transenne ormai le hanno messe a misura di uova... Ormai non si fa più niente». Nel 69, sì che si faceva sul serio. Sì che le uova servivano a qualcosa. «Ma lo sa che di quella prima volta, se ne ricordano ancora oggi?».
Era una giornata fredda e umida, proprio come ieri. «Non cera mica bisogno di organizzarsi. Sapevamo che quel giorno dovevamo essere in piazza. Punto».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.