Regalo inutile e pericoloso: ritorneranno tutti da noi

Ma che idea! Con quel che sbarca quotidianamente a Lampedusa, promettere mille e 500 dollari ai volenterosi disposti a fare dietrofront è come prometterli ai ladri perché rinuncino a rubare. Serve a qualcosa se non a suscitare, sulle coste nordafricane, viva ilarità? Oltre che poderosi sfregamenti di mano per l’inatteso regalo piovuto dal cielo.
Chi impedisce a un clandestino di incassare la prebenda e di ripresentarsi alle viste delle Pelagie il giorno appresso? E una volta identificato (sempre che sia identificabile) che si fa, gli si chiede di restituire i millecinque? Sennò? Chi impedirebbe ai sempre più efficienti e attivi tour operator del settore di organizzare comitive di centocinquanta, duecento volontari disposti a sobbarcarsi le 120 miglia nautiche tra andata e ritorno – qualche ora di navigazione - dividendo poi gli utili? 750 dollari al gitante, 750 all’armatore?
Insomma, che sia anche mosso dalle migliori intenzioni o semplicemente assordato dalle antifone buoniste e terzomondiste e dunque in temporanea condizione di non intendere o di volere, la proposta buttata là dal ministro Franco Frattini è di natura balzana. Potendo risolversi, nel peggiore dei casi, in un forte incentivo incentivi agli sbarchi, nel migliore lasciando la situazione quella che è (ma con meno soldi in cassa).
Se poi Frattini s’è davvero convinto che la soluzione del problema è quella di cedere al ricatto (duplice: delle autorità nordafricane e della piazza mediatica col suo umanitarismo ai quattro formaggi), ecco cosa si potrebbe fare: bene i mille e cinquecento dollari, ma non a patto di tornarsene al porto di origine, bensì di riprendere seduta stante il mare e sbarcare – definitivamente – in una delle qualsiasi località che fanno corona alla Costa Azzurra. Saint Raphaël va bene, Cannes non sarebbe male, ma ci si può spingere anche oltre: siamo ancora fuori stagione e in quei luoghi di alberghi da trasformare in centri di hébergement ce ne sono più di quanti ne servano.
Ci pensi poi quel fulmine di guerra di Nicolas Sarkozy a gestire, da par suo, il problema. È o non è la Francia terra di accoglienza, terra di asilo per antonomasia? Se fino a oggi e per via di quella dannata isola di Lampedusa che si mette di mezzo le sono mancate occasioni di manifestare in tutta la sua grandeur questa missione storica ed etica, andiamole incontro. Riversando sulle dolci spiagge del Midi falangi di clandestini o rifugiati, come la correttezza politica preferisce chiamarli.
In questo caso i mille e cinquecento dollari a clandestino sarebbero davvero ben spesi, e ci farebbero anche onore. Non servirebbero infatti ad indurre i «migrati», con la facile esca di qualche spicciolo in contanti, a tornare da dove erano fuggiti per inseguire libertà e felicità, così almeno recita la vulgata.


Ma in nome di una solidarietà concreta, non a parole, forniremmo loro l’occasione di realizzare appieno il sogno. Perché in quanto a libertà magari siamo pari, ma in quanto a felicità vuoi mettere Lampedusa con Saint Tropez?

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