Batter cassa a Roma. Senza perdere altro tempo. È questa, in sintesi, la lezione che la Regione Lombardia impara dalla relazione della Corte dei conti sul bilancio 2005. Una pagella positiva che decreta una promozione piena della gestione delle finanze. Ma che allo stesso tempo sprona a un maggior impegno nella riscossione delle entrate. Vale a dire di tutte quelle risorse attese dal Governo e mai arrivate. I punti critici del bilancio riguardano infatti le entrate di gestione statale, a cominciare dalle addizionali Irpef e Irap che, pur essendo imposte regionali, sono gestite dallo Stato. La Lombardia in tutto ha da riscuotere qualcosa come 50.700 milioni di euro e ne ha avuti solo poco più di 6.500.
Il presidente della Corte dei conti, Nicola Mastropasqua, parla di «una scarsissima capacità di riscossione» e rileva «un netto peggioramento della capacità di entrata», passata dal 53 per cento del 2003 al 36 per cento nel 2004 e crollata al 13 per cento nel 2005. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, non interpreta il giudizio come una critica o un demerito. Anzi, è uno stimolo in più per proseguire sulla strada delle riforme. «Mi fa piacere - commenta Formigoni- che la Corte dei conti nel suo referto abbia dato una spinta forte in direzione del federalismo fiscale. Abbiamo bisogno che si esca dallincertezza e che finalmente si vada verso un assetto federalista del Paese, riconoscendo lautonomia finanziaria e fiscale delle regioni. La Regione Lombardia - precisa il presidente - è senza dubbio la più penalizzata proprio perché i trasferimenti delle risorse arrivano in ritardo».
La Regione Lombardia comunque è riuscita a rispettare il patto di stabilità e di crescita. Risultato «tanto più apprezzabile - commenta Formigoni- se si considera che la Lombardia mostra migliori parametri di efficienza e li mantiene nel tempo rispetto ad altre realtà. Per questo motivo è stata più volte richiesta al governo limposizione di un patto di stabilità differenziata che tenga conto degli obiettivi di efficienza conseguiti, premiando le posizioni di virtuosità che altrimenti risulterebbero mortificate per incidere su aspetti che richiedono una migliore performance».
La Corte dei conti ha prestato particolare attenzione alla gestione della sanità lombarda, sottolineando che «i costi per il personale rappresentano poco meno del 30 per cento della spesa totale, seguiti dal costo di beni e servizi, dallospedaliera e dalla farmaceutica convenzionata». I giudici contabili hanno anche sottolineato la diminuzione del personale infermieristico e tecnico, che è parzialmente compensata dallaumento di quello dirigenziale.
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