«Ricatti assurdi la Moratti revochi le licenze»

«Inaccettabili i ricatti dei taxisti di Milano che hanno finto di inscenare proteste spontanee che altro non sono se non interruzioni di pubblico servizio». È quanto si legge in una nota diramata dal Codacons che «invita la Moratti, che fino ad ora è stata fin troppo comprensiva, a far intervenire i vigili, verificare i taxisti responsabili di violazioni di legge e revocare loro le licenze. Anche Prefetto di Milano, Procura e Commissione di Garanzia debbono fare quanto di loro competenza». «Si può discutere e ragionare. Ma bisogna innanzitutto partire da un punto fermo - prosegue il presidente del Codacons, Marco Maria Donzelli -. Se, nelle ore di punta, il 40% della domanda di taxi è insoddisfatta, ossia a fronte dell’impossibilità di trovare un taxi il consumatore rinuncia al servizio e ricorre ad altri mezzi di trasporto, è di tutta evidenza che non ci guadagna né il taxista né il consumatore che non riesce ad usufruire di un servizio. O si parte da questa certezza e si comprende che i taxi in circolazione debbono aumentare, o non si va da nessuna parte». Donzelli spiega che «non ci interessa il metodo con il quale si aumentano i taxi» perché «ci sono varie alternative.

Aumento del numero di licenze a titolo oneroso e compensazione pecuniaria ai taxisti attualmente esistenti, come proposto inizialmente da Bersani; vendita a titolo gratuito delle licenze ai taxisti esistenti e possibilità a loro concessa di venderle o utilizzarle entro un tempo determinato, come proposto dall’Antitrust, oppure attraverso lo scardinamento del principio una licenza, una vettura, un autista. Quello che è certo è che l’offerta di taxi deve aumentare».

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