Hokusai, che era morto a quasi 89 anni, aveva realizzato le sue Vedute del monte Fuji e La grande onda di Kanagawa dopo i settanta. E aveva scritto: "Solo a settantatré anni ho finalmente cominciato a cogliere in parte l'essenza di uccelli, animali, insetti, pesci e della vitalità di erbe e alberi. Per questo avrò fatto qualche progresso solo a ottant'anni, a novanta sarò arrivato oltre, al significato più profondo delle cose, a cento sarò veramente grande, e a centodieci ogni punto e ogni linea possiederà la vita stessa".
Hugo Adema si ripete queste parole come un mantra. Sa di non possedere la saggezza del maestro giapponese, e nemmeno la sua arte, ma si è guadagnato il suo posticino nel mondo della creatività olandese contemporanea. O meglio: Hugo Adema, rampollo di una dinastia di petrolieri, è diventato un artista di fama, grazie alle sue opere e anche grazie al gossip, per via di una fidanzata bellissima di nome Loïs (pure lei una artista, della fotografia), però ora è in crisi nerissima, più nera dell'acqua del canale di Amsterdam su cui affaccia la palazzina di lusso dove vive. Ed è in crisi nerissima (il colore, si vedrà, non è casuale) per vari motivi: primo, la meravigliosa Loïs lo ha piantato all'improvviso, e lui non riesce più a creare alcunché. Secondo: il nonno Willem ha appena compiuto cento anni e questa data fatidica spinge Hugo a fare i conti con il passato della sua famiglia e, di conseguenza, con la consistenza della propria vita. Certo, gli piacerebbe che il centenario Willem somigliasse al vecchio Hokusai, e prova anche ad arrovellarsi intorno all'idea che quel nonno granitico nasconda in sé lo stesso equilibrio esistenziale di un monaco buddista, ma non è così: solido è solido, inscalfibile pure, attaccato al qui e ora anche, ma l'anima (se c'è) del nonno affonda le sue radici in un passato nerissimo come la crisi di Hugo, e da esso è tuttora vivificata...
Insomma il Nirvana (Iperborea, pagg. 540, euro 21) di cui Hugo è alla ricerca è un obiettivo molto lontano: e infatti è un viaggio lungo un intero secolo quello che lo scrittore olandese Tommy Wieringa fa compiere al suo protagonista, a partire dal 2016 e a ritroso fino al 1937, quando il giovane Willem Adema aderisce con entusiasmo ai piani del nazionalsocialismo. E poi prosegue, risalendo in parallelo all'ascesa inarrestabile di Willem Adema, una roccia nell'attraversare gli abissi umani riemergendone ripulito e ricchissimo: prima la carriera nelle Ss, poi la campagna sul fronte dell'Est nella legione straniera, poi il voltafaccia e la partecipazione alla Resistenza olandese, un breve "esilio" in Venezuela, la costruzione dell'impero petrolifero (grazie all'invenzione di una gru galleggiante) e il ritorno in patria, da eroe dell'economia e dell'ingegneria navale.
Tutta questa ricerca di Hugo avviene anche grazie allo "stimolo" di uno scrittore, che sta lavorando a un libro su suo nonno, e che si chiama proprio come l'autore del romanzo: Tommy Wieringa. E Tommy Wieringa rivela a Hugo che in comune i due hanno una persona a entrambi molto cara: Beth, che per qualche anno era stata la tata di Hugo e del fratello gemello Willem (omonimo del nonno e suo vero erede in tutto) e, in seguito, la madre affidataria di Wieringa. Ed è proprio Beth a custodire i diari di guerra del patriarca Willem, in cui l'orrore è registrato nero su bianco...
Strada facendo, Hugo si rende conto che un certo passato non si cancella mai. Il nonno (la cui figura richiama quella storica di Pieter Schelte Heerema, ex Ss e imprenditore navale olandese) e il fratello Willem sono gli "alchimisti del medioevo" che "sono diventati gli ingegneri del presente", coloro che "ancora oggi dedicano le loro migliori energie al complesso della combustione e ne sussurrano la formula sacrificale. Nutriti e ardi, Fuoco, Dio della Terra intera. E così, schiavi della macchina, servono il loro padrone insaziabile".
D'altra parte Hugo l'artista, così spirituale e innamorato della natura, gode dei
privilegi di un'esistenza d'élite grazie ai soldi accumulati sulla distruzione, del mondo e degli altri esseri umani. E allora l'illuminazione forse è comprendere che perfino tutta la sapienza di Hokusai potrebbe non bastare.