Non solo federalismo. Già che si parla di riforme e di modifiche alla seconda parte della  Costituzione, perché non cambiare anche la prima, magari all'articolo 1? La proposta è dei  Radicali, e c'è da credere che farà infuriare la sinistra: togliere il termine «lavoro»   dall'articolo 1 della Costituzione, troppo «rosso». Al suo posto, mettere le  parole «diritto» ,  «libertà» e «persona», più vicine al concetto di  comunità delle democrazie occidentali. 
 A presentare il ddl in Parlamento, la senatrice Donatella Poretti. Il concetto  di lavoro,  spiega, è «il principale elemento fondante delle democrazie popolari, e non delle democrazie  cosiddette occidentali». È scritto, nero su bianco, spiega l'esponente radicale, nelle  Carte  costituzionali di Paesi che democratici non si possono definire: il primo articolo della  Costituzione cubana, ad esempio, parla di  «Stato socialista di lavoratori». E il concetto di  lavoro era presente anche nel primo articolo della Costituzione della ex Unione Sovietica:  «L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche è uno stato socialista degli operai e dei  contadini». Così anche la Repubblica popolare cinese: «La Repubblica popolare cinese è uno  stato  socialista di dittatura democratica popolare, guidata dalla classe  operaia e basata  sull'alleanza operai-contadini». Il secondo articolo della Costituzione della Repubblica   democratica popolare del Laos, aggiunge Poretti, riconosce quali suoi  componenti fondamentali  «lavoratori, contadini ed intellettuali».
Riforme, i Radicali: via la parola lavoro dalla Costituzione, è troppo comunista
Al Senato un disegno di legge propone di modificare l'articolo 1 della Carta, sostituiendo il termine «lavoro» con «diritto» , «libertà» e «persona». Poretti: «Il concetto di lavoro è il principale elemento fondante delle democrazie popolari e non delle democrazie occidentali»
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