Rimborsi gonfiati, altre cliniche nel mirino dei pm

Interventi in day hospital spacciati per complesse e costose operazioni Formigoni: «Sono sempre amareggiato quando emergono questi fatti»

Prosegue l’inchiesta della procura sulle irregolarità nei rimborsi percepiti da quattro cliniche convenzionate con la Asl. Dopo le perquisizioni e i sequestri all’ortopedico Galeazzi, al Policlinico San Donato, agli istituti Sant’Ambrogio e San Siro, da ieri gli inquirenti, Sandro Raimondi e Tiziana Siciliano sono al lavoro per controllare le mille cartelle cliniche sequestrate. Il sospetto è che alle cure ricevute da molti pazienti dal 2004 in poi non corrisponda la richiesta di rimborsi che potrebbe essere stata gonfiata.
L’inchiesta, venuta alla luce dopo quella che ha coinvolto un altra clinica milanese, il San Carlo, rischia di allargarsi a macchia d’olio e di coinvolgere altri nosocomi. Il sospetto degli investigatori, che hanno iscritto sul registro degli indagati sei persone tra amministratori e direttori sanitari, è che la pratica di truccare le cartelle cliniche per ottenere dal servizio sanitario rimborsi maggiori sia stata ampiamente praticata da molti ospedali.
Sull’argomento è sceso in campo ieri Roberto Formigoni. «Quando vengono alla luce episodi come questi - ha detto Roberto Formigoni - da una parte c’è in me rabbia, non dico scoraggiamento ma rabbia se queste ipotesi saranno dimostrate, ma dall’altra parte c’è anche la soddisfazione di fare vedere che alcuni reati, se sono stati compiuti, vengono individuati e quindi è uno scoraggiamento per chi avesse intenzione di agire in maniera scorretta.

I controlli che realizziamo in Lombardia sono poderosi - ha spiegato il governatore -, poi ogni settimana, ogni mese noi mettiamo in atto ulteriori modifiche perché sappiamo che un’azione di controllo della Regione può essere importante. Va però tenuto presente che coloro che controllano non hanno il potere della magistratura».

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