Rissa tra medici, pugno duro di Fazio «Contro di loro provvedimenti drastici»

La lite tra medici al Policlinico di Messina degenerata in rissa che potrebbe avere messo in pericolo la vita di una mamma e del suo bambino è un episodio «inaccettabile, non solo nella Sanità ma dal punto di vista dei rapporti umani e della vita, a maggior ragione quando sono coinvolti dei pazienti». Lo ha ribadito «con forza» il ministro della Salute Ferruccio Fazio intervenuto a Radio Anch’io, il programma d’approfondimento di «Radio Uno».
«Realmente mi auguro- ha aggiunto- che siano presi provvedimenti più il drastici possibile per dare un esempio».
Per il ministro casi come questo sono «punte di iceberg che devono servire da moniti molto severi per andare avanti: per questo ora ci impegneremo con le Regioni ma anche direttamente con gli strumenti che abbiamo per fare in modo di verificare che ci sia tolleranza zero». La vicenda del Policlinico di Messina, ha aggiunto Fazio, comprende anche il «fenomeno della non limpidità e trasparenza della intramoenia: il rapporto pubblico-privato è giusto che ci sia, ma va regolamentato con chiarezza e soprattutto con una rigida governance pubblica. La legge attuale è sicuramente migliorabile, ma al di là di questa si potrebbero adottare provvedimenti urgenti per definire meglio queste questioni».
Intanto Laura Salpietro, 30 anni, la puerpera che ha rischiato la vita mentre due medici facevano a botte in sala parto e il bebè subiva due arresti cardiocircolatori, e il marito si sono chiusi nel silenzio. «Voglio solo stare con la mia famiglia, non posso sottrare loro nemmeno un minuto del mio tempo», ha detto ieri Matteo Molonia, 37 anni, il papà del bimbo colpito da due ischemie cerebrali. Il neonato dovrebbe essere dimesso comunque entro dieci giorni come dice con tono ottimista Ignazio Barberi, primario della clinica di Terapia intensiva neonatale del Policlinico di Messina.
«L’ischemia è una cosa grave - dice il padre - e i medici mi hanno spiegato che può avere conseguenze per il suo futuro. «In questo reparto al Policlinico - prosegue Molonia - ci siano trovati molto bene e sono stati molto franchi con noi spiegandoci che cosa aveva avuto il bambino. Speriamo che con il tempo il piccolo Antonio possa stare meglio. La prossima settimana faremo una conferenza stampa per spiegare tutte le nostre ragioni».
«Mia moglie - ha aggiunto - sta meglio, ma ora dopo la notizia è ricaduta nello sconforto totale. Siamo disperati, spero solo che ora qualcuno paghi per tutto questo».
Le parole del ministro riaprono dunque una questione annosa, ovvero il lavoro privato dei medici pubblic..
«Va messa la parola fine alle continue proroghe alla legge( l`ultima scadrà il 31 gennaio 2011) - scrivono in una nota Cgil, Fp-Cgil, Fp-Cgil Medici- che consentono ai medici pubblici di poter svolgere la libera professione anche nel privato.

Va inoltre reintrodotta l`obbligatorietà dell`esclusività di rapporto per tutti i medici pubblici, a partire da chi ha le maggiori responsabilità gestionali. Se anche chi dirige il reparto appena esce dall`ospedale pubblico può operare nella clinica privata difficilmente si potrà avere limpidezza».

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