Ritornano i «Transformers»

Bene, doveva accadere e ora - puntuale come i ping dei registratori di cassa dei bei tempi andati - sta accadendo. Tremate, tremate i «robottoni» Transformers son tornati. In piena tradizione Hollywood - «se esistesse un’idea originale morirebbe di solitudine» - la proposta Transformers - La Vendetta del Caduto è pressoché una fotocopia del primo film: guerra per bande tra mega-macchine (pseudo) senzienti le quali usano gli scenari della Terra, pianetucolo popolato da personaggi scemotti nonché zeppo di giocattoli che possono essere allegramente spaccati in mille pezzi. Contro il brutale megarobot Megatron che risorge dall’abisso dov’era stato sbattuto a pedatoni d’acciaio alla fine del primo film, di lui si schierano una delle meglio squinzie su piazza (Megan Fox), assecondata dalla quintessenza del nerd sfigato (Shia LaBeouf). Il regista Michael Bay, impunito giovanottone a otto valvole per cilindro, dirige dal terminale cibernetico hi-tech. In quel modo, non deve «parlare» con nessuno, men che meno con gli «attori» (ah, sì: che ristorante?).
Vero, maledettamente vero: operazioni come Transformers - ma anche come il suo clone molto più pomposo e ampolloso, Terminator Salvation - vanno contro tutto quello che si pensa debba essere il «vero» cinema. Attori da burla, sceneggiatura da farsa, regia da guittata, musica da sordità indotta. Per contro, non dimentichiamo che l’età massima del target di Transformers è 14 anni. È a questa generazione (generation Z, l’ultima prima dell’estinzione?) che Transformers si rivolge. Dare loro uno spettacolo in cui il cervello va appeso agli appositi uncini presso l’entrata e in cui tutto è fracassonate prive di senso. Il classico silly, cool fun (sciocco, fico divertimento).
E certamente non dimentichiamo l’alternativa primaria a Transformers. Per esempio il kolossal Vakanzine al Klub-fess, dove un mazzo di grotteschi, ripugnanti prosseneti di mezza età insegue con bava alla bocca una tribù di pupattole siliconate che non hanno finito la terza elementare. Ah, quando si dice l’itagliotiko maskio ruspante...

Per cui, tra Megan Fox che prende a ombrellate Megatron, e l’ultima versione geneticamente modificata (in peggio) di Paolo Villaggio che corre dietro all’ultima versione geneticamente modifica (in soft-porn) di Silvana Pampanini, il mio voto va a Megan Fox. Go get’em, Babe!

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