La terra non mente, dicono i francesi. L'agricultura è una delle loro principali risorse e la campagna resta, anche come sede di vacanza, la loro principale meta. Per gli italiani invece la terra evoca non piccola e grande nobiltà, ma stenti di nonni e bisnonni. Per gli italiani la terra, se non mente, dice da sempre verità sgradevoli. Basta vedere come l'hanno rappresentata «Il mulino del Po» di Alberto Lattuada, «Riso amaro» di Giuseppe De Santis, «I sette fratelli Cervi» di Gianni Puccini, «Novecento» di Bernardo Bertolucci, «L'albero degli zoccoli» di Ermanno Olmi, «Io non ho paura» di Gabriele Salvatores e «Il vento fa il suo giro» di Giorgio Diritti.
Un'occasione di confronto col cinema francese è offerta dalla rassegna «Retour à la campagne», in corso fino al 5 febbraio al cinema del Centre culturel français di corso Magenta 63 (info: 02-48591928; http://culturemilan.com). Nei giorni scorsi si sono visti «Une hirondelle a fait le printemps» di Christian Carion, con Michel Serrault e Mathilde Seignier (2001) e «Un dimanche à la campagne» di Bertrand Tavernier (1984). Nel ruolo del contadino del Vercors, inaridito dall'età, a confronto con una giovane impiegata parigina, a sua volta delusa, che ha voltato le spalle al suo ambiente, Serrault offre qui una delle migliori interpretazioni. Il film è stato distribuito in Italia come «Una rondine fa primavera», ma in pochissime copie, diventando una rarità. Stesso destino per il film di Tavernier, tratto da un romanzo di Pierre Bost e interpretato da Louis Ducreux e Isabelle Azéma, è uscito in Italia come «Una domenica in campagna». Ambientato nel 1912, racconta una giornata che un vecchio pittore passa coi due figli, che vanno regolarmente a trovarlo, ma senza che fra loro ci sia una vera intesa. Claude Sautet firma invece «Vincent, François, Paul et les autres», con Yves Montand, Michel Piccoli, Serge Reggiani e Gérard Depardieu (1974), che in Italia apparve come «Tre amici, le mogli e (affettuosamente) le altre». Lo si vedrà giovedì 29 (ore 20) e offrirà un'altra prospettiva verso la campagna: quella di chi ormai vive in città, ha avuto successo, ma sente nostalgia perché la campagna è stata l'infanzia. Altra prospettiva ancora quella di «Milou en mai» di Louis Malle, con Michel Piccoli e Miou-Miou (giovedì 5 febbraio, ore 20).
Uscito in Italia nel 1989 come «Milou a maggio», il film allude al maggio 1968. Ci sono parigini andati, fuori stagione, nella casa della nonna, perché lei è morta; il raduno funebre ha momenti ludici ed è punteggiato dalle notizie che giungono dalla capitale e che fanno pensare per qualche giorno una vera rivoluzione. C'è chi pensa di guadagnarci e chi di rimetterci.
Gli altri film della rassegna sono inediti in Italia: «Mariage chez les Bodin» di Eric Le Roch (2008), previsto per giovedì 22 (ore 20); e «Bienvenue au gite di Claude Duty» (2002), previsto per sabato 24 (ore 15.30).
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