Rivolta per l’ufficio postale

«Chiuso l’ufficio postale di Villaggio Breda: la serenità dei più deboli non può essere un calcolo economico», «Anziani, pensionati, disabili, casalinghe: francobollo rifiutato». Con questi striscioni esposti in piazza del Campidoglio, un gruppo di residenti del Villaggio Breda ha manifestato contro la chiusura dell’ufficio postale del quartiere, avvenuta il 22 dicembre. Secondo quanto riferito dai manifestanti, l’ufficio è stato chiuso per problemi dovuti alle normative sulla sicurezza. «La pensione la voglio piglia’, ma a un’altra posta non ce voglio anda’», hanno cantato i manifestanti. Tra loro, numerose donne anziane con il cartello di protesta attaccato al collo e l’ombrello aperto. «L’ufficio postale di Villaggio Breda - hanno spiegato - è in funzione da 66 anni. Serve circa 15mila persone perché oltre ai residenti del quartiere raccoglie anche utenti di Fontana Candida, Villa Verde, Torre Gaia. E per molti anziani è un punto di riferimento anche affettivo: siamo pacifisti, ma se chiudono l’ufficio postale facciamo un casino».
«Certo, il sindaco Alemanno poco può fare per impedire la chiusura di un ufficio postale di competenza di un’azienda privata», ammettono i manifestanti. «Ma almeno - dice il consigliere municipale del VIII, Daniele Grasso (Pd) - vorremmo che ci aiutassero come intermediari con le Poste italiane, visto che finora, il presidente del municipio Lorenzotti non ci ha dato alcun sostegno». Nel corso della protesta, un gruppo di manifestanti è stato ricevuto da rappresentanti del gabinetto del sindaco.

«Ci hanno rassicurato - ha detto l’ex presidente del Municipio VIII, ora consigliere municipale del Pd, Fabrizio Scorzoni - che si impegneranno a istituire un tavolo con Poste italiane e le attività dell’ufficio postale di villaggio Breda vengano provvisoriamente spostate in un container, fino a quando la messa in sicurezza dell’ufficio postale sarà stata ultimata».

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