Cronaca locale

«Rom in Brianza? Pronti al referendum»

Franco Sala

Accampamenti nomadi? Nei comuni della provincia di Monza la Lega non vuole neppure sentirne parlare. Nei 50 consigli comunali che faranno capo al nuovo ente Locale, gli uomini del senatùr stanno presentato un ordine del giorno con il quale intendono impegnare le amministrazioni a respingere ogni richiesta d’insediamento.
«Siamo consapevoli – spiega Massimiliano Romeo, segretario provinciale del Carroccio – che, dove sono al governo maggioranze di centrosinistra, la nostra proposta non passerà. In ogni caso la nostra è una battaglia politica nella quale crediamo fortemente. Siamo certi di interpretare i sentimenti della gente». A pochi giorni dall’incontro tra il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato e il prefetto Bruno Ferrante, i leghisti alzano le barricate. Massimiliano Romeo, capogruppo del Carroccio, in comune a Monza, sulla possibilità di trasferire qualche «baraccopoli» nei centri della neonata provincia è categorico: «Se qualcuno intende dislocare i campi nomadi in Brianza, da parte nostra troverà un’opposizione durissima. Riteniamo che questi centri debbano essere considerati di permanenza temporanea, invece - ribatte Romeo - sono diventati stanziali, allora che i nomadi si cerchino un lavoro». Anche sull’ipotesi del prefetto di trovare una casa ai rom, il segretario leghista della provincia di Monza lancia un giudizio tranciante perché: «Se si tratta di nomadi non si capisce con quale logica bisogna assegnare loro un alloggio. Basta con questo buonismo e con il solito perbenismo». E ancora: «Su ottomila nomadi censiti risulta che solo millequattrocento siano in regola. A questo punto mi chiedo e chiedo a tutti gli altri che cosa ci stanno a fare qui da noi...».
Anche sul presidente della Provincia Filippo Penati, il responsabile politico della Lega Nord della provincia di Monza pronuncia parole dure: «Non ho inteso bene che cosa ha in mente Penati quando afferma che alcuni campi andrebbero distribuiti in una zona più vasta. In ogni caso, se ha in mente la Brianza, se lo tolga molto in fretta dalla testa».
Per la Lega brianzola, verso i nomadi, sospettati dello stupro della ragazza milanese e di altri reati, la parola d’ordine è: «Tolleranza zero». «Su questo problema non faremo passi indietro, anzi siamo pronti a fare referendum per sentire cosa dicono i cittadini e a promuovere diverse manifestazioni. Se i sindaci delle giunte di centrosinistra, come è già avvenuto a Renate, respingeranno la nostra proposta, allora gli dico di sistemare i campi nomadi davanti a casa loro».
Sonore bocciature della strategia e del pensiero politico della Lega sono arrivati e arriveranno dalle maggioranze del centrosinistra. Ecco che cosa pensa Carlo Fossati, sindaco di Muggiò, e uomo di punta della Margherita: «L’idea generale è quella che i nomadi esistono e non possono essere soppressi. Da qualche parte - dice Fossati - dovranno pure andare. Piuttosto, occorre individuare qualche misura per far sì che possano vivere dignitosamente nel rispetto delle leggi nazionali e comunali. Serve rispettare la loro dignità di persone, che vanno aiutate a integrarsi e credo ci voglia uno sforzo particolare soprattutto per i bambini.

Non bisogna pensare solo in termini di repressione e intolleranza».

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