A nulla è valsa la presenza del sindaco ieri in aula per garantire il numero legale necessario per aprire la seduta del consiglio comunale sul piano di governo del territorio. Sono bastati cinque minuti di ritardo di due consiglieri del Pdl, Stefano di Martino e Giovanni Pezzimenti, per far mancare il numero. Letizia Moratti, che una decina di giorni fa aveva richiamato i suoi a un maggior senso di responsabilità, si è alzata e furibonda ha lasciato laula. Così di giorno in giorno si allontana sempre più - rispetto al termine fissato di lunedì - lapprovazione del documento, che rischia daddirittura di non venire adottato entro la fine del mandato. In serata, il laconico commento del sindaco: «Il percorso va avanti». «Una brutta figura sul piano formale e sostanziale - la definisce Franco De Angelis -. Ma gli incidenti di percorso possono capitare». Smorza i toni anche Giulio Gallera, capogruppo del Pdl: «I consiglieri sono stanchi, sono in aula da mesi tutti i giorni, un imprevisto può capitare. Noi abbiamo ritirato i nostri emendamenti, come da accordi». Un imprevisto senza significato, insomma. Prende posizione Marco Osnato, assente per protesta contro lemendamento sui campi di transito per i rom proposto da Patrizia Quartieri (Prc) e approvato con i voti di Carmelo Gambitta, presidente della commissione Urbanistica, Claudio Santarelli (lista Moratti) e Aldo Brandirali (Pdl). «Il Pgt è un elemento importante - sbotta Osnato - ma non siamo disposti a cedere su tutto. Se deve passare con tutte le castronerie del mondo, allora è meglio che non passi».
«Lemendamento sullarea di transito dei nomadi - spiega Gambitta - è stata unottemperanza a una previsione di legge. Cera stata una dimenticanza nel Pgt, e labbiamo colmata». Il riferimento è alla legge regionale del 2005 firmata dallassessore allurbanistica Boni(Lega). E se Igor Iezzi, segretario provinciale della Lega annuncia battaglia «continueremo con gli sgomberi», più morbida la posizione di Matteo Salvini, capogruppo del Carroccio in Comune che due giorni fa ha ritirato i suoi dieci emendamenti: «per noi gli emendamenti sono solo dei pezzi di carta. Continuiamo a lavorare con il prefetto e con il ministro dellInterno. Alzeremo le barricate per questioni concrete». Ma è sempre Iezzi a rilanciare la polemica sullaltro emendamento del Prc approvato in aula, sui luoghi di culto. «Non permetteremo la costruzione di alcuna moschea in città». Un emendamento votato invece da tutta la maggioranza, a fronte anche dellordine del giorno bipartisan presentato lo scorso autunno che chiedeva la regolamentazione dei luoghi di culto a Milano.
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