Rom, dalla Ue tirata d'orecchie all'Italia: "Le regole ci sono. Dovete applicarle"

Bruxelles respinge al mittente le critiche del premier dopo il rogo di Livorno: "Le leggi sull'integrazione ci sono, rispettatele e attuatele". La replica del Viminale

Rom, dalla Ue tirata d'orecchie all'Italia: 
"Le regole ci sono. Dovete applicarle"

Bruxelles - "Per l’integrazione dei rom e delle altre minoranze etniche in Europa si è fatto molto e ci sono regole molto chiare. Sta agli Stati membri, compresa l’Italia, rispettarle e attuarle in pieno". Così la Commissione Ue risponde al premier Romano Prodi che ieri aveva sottolineato come quello dei rom è un problema politico complesso che l’Europa non ha ancora risolto. La portavoce del commissario Ue agli affari sociali, Vladimir Spidla, ha quindi ricordato come "contro l’Italia sia già da tempo aperta una procedura di infrazione proprio per non aver ancora recepito la direttiva europea contro le discriminazioni basate sulla razza e sull’etnia". Bruxelles invita quindi "a a fare di più e al più presto, soprattutto sul fronte della integrazione dei rom nel nel mercato del lavoro".

Il problema rom "Quello che è avvenuto a Livorno - ha proseguito la portavoce della Commissione Ue - è un fatto molto tragico. Purtroppo quello dei rom è un gruppo ancora molto discriminato in molti Stati membri dell’Unione europea. Questo nonostante le leggi dell’Ue proibiscano le discriminazioni su base razziale ed etnica. C’è una direttiva che risale al 2000 - ha ricordato - e ci sono 14 Paesi che non l’hanno ancora recepita nei propri ordinamenti. Anche l’Italia ha ricevuto a suo tempo una lettera formale da parte della Commissione Ue che invitava Roma a trasporre le norme europee nella propria legislazione. Questo non è ancora avvenuto". Bruxelles lamenta soprattutto come in molti Stati membri non ci siano "programmi specifici per i rom, soprattutto per quel che riguarda l’inserimento e l’integrazione nel mercato del lavoro". In particolare - in riferimento alla procedura di infrazione contro l’Italia - sono tre i punti che la Commissione Ue contesta al nostro Paese: "Non c’è una condivisione dell’onere dela prova - ha spiegato la portavoce dell’esecutivo europeo -, la protezione contro gli abusi è limitata e non c’è una corretta definizione nella legislazione italiana di molestia su base razziale".

La replica del Viminale "La direttiva comunitaria n.43 del 2000 contro le discriminazioni etniche e razziali promossa dalla Presidenza Prodi è stata attuata dall’Italia con decreto legislativo n. 215 del 9 luglio 2003". Il Viminale risponde così alla Commissione Europea, sottolineando che se è vero che il decreto "è stato ritenuto non soddisfacente rispetto a tre aspetti specifici della direttiva e per questo è stato oggetto dei rilievi sollevati in sede Ue", si tratta di aspetti che "vanno corretti e che, tuttavia, non riguardano la specifica questione dei rom".

Le indagini È previsto per domani il pronunciamento del giudice per le indagini preliminari sulla convalida del fermo a carico dei quattro genitori dei bambini romeni morti nel rogo divampato in un accampamento di fortuna sotto un ponte nella notte di sabato. Oggi il pm, Antonio Giaconi, ha conferito l’incarico ai medici legali Luigi Papi e Alessandro Bassi Luciani per l’autopsia che inizierà nel pomeriggio e si protrarrà anche nei prossimi giorni, vista la complessità dell’esame sui corpi interamente carbonizzati dei piccoli. Intanto, sul fronte delle indagini, la polizia scientifica è al lavoro per cercare di stabilire che cosa ha innescato l’incendio.

Nel pomeriggio sul posto sarà effettuato un nuovo sopralluogo dei vigili del fuoco, su richiesta del magistrato, per cercare eventuali tracce di liquidi infiammabili, anche se il convincimento degli inquirenti è che le fiamme siano state originate da un fuoco acceso dentro la baracca.

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