Cronaca locale

Roma, topi morti al liceo. Genitori indignati chiedono la chiusura

Trovati due ratti morti nei bagni del liceo romano Pacinotti Archimede. Ma nonostante le proteste dei genitori le lezioni vanno avanti

Roma, topi morti al liceo. Genitori indignati chiedono la chiusura

Non c’è solo il freddo a tormentare gli studenti romani. E questa non è certo una novità. Non è passato neppure un anno dalla “famosa” circolare con cui la Azienda Sanitaria Locale invitava i presidi ad ispezionare classi, corridoi e dispense alla ricerca di eventuali roditori, riconoscendo, di fatto, un problema che con gli ultimi disservizi legati alla raccolta dell’immondizia non ha potuto fare altro che acuirsi. Come denuncia la mamma di uno studente del liceo Pacinotti Archimede di via Montaione a Prati Fiscali.

La signora Gabriella Calfizzi, infatti, ha segnalato a il quotidiano Il Messaggero la presenza di due roditori morti nel bagni dell’istituto. Una scoperta fatta dagli stessi scolari proprio nel giorno in cui, al cinema Barberini, le proiezioni organizzate in occasione della Giornata della Memoria venivano interrotte per le stesse ragioni. “A scuola di mio figlio – spiega la signora – sono stati trovati due topi morti all’interno dei bagni, uno in quello delle ragazze uno in quello dei ragazzi. E nonostante le pressioni di molti genitori, mi chiedo perché l'istituto non sia stato chiuso per la giusta igenizzazione”. La preside ha provato a tranquillizzare i genitori ipotizzando che il rinvenimento fosse legato alla recente derattizzazione avvenunta nella scuola, ma non è servito.

“Come mai – si domanda ancora la donna – un istituto che ospita circa 800 alunni è rimasto aperto dopo quello che è successo?”. “In questo periodo – conclude la mamma – ci sono molti compiti in classe e lezioni per la chiusura dei quadrimestri, forse non si voleva rallentare il lavoro di ragazzi e insegnanti. Ma la loro salute, crediamo, sia altrettanto importante”.

Potrebbe trattarsi di uno strascico dell’emergenza rifiuti con cui le scuole, al rientro dalle vacanze natalizie, hanno dovuto fare i conti, ipotizza Mario Rusconi, il numero uno dell’Associazione nazionale presidi Roma e Lazio, che all’epoca sollevò il polverone mediatico.

“In casi del genere – ci spiega – il dirigente deve chiamare prontamente la Asl per valutare il da farsi”.

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