Letteratura

Romana Petri plana su Saint-Exupéry

Aerei, amici, amori e America: tutte le rotte dello scrittore francese

Romana Petri plana su Saint-Exupéry

Oltre a essere una rispettata lusitanista, Romana Petri ha scritto alcuni romanzi di ambientazione portoghese sulfurei, grondanti umor nero, complessi senza essere soverchianti. Da qualche anno, ai romanzi la scrittrice ha affiancato alcune opere biografiche in cui il biografato viene ricostruito dall'interno, un procedimento finora applicato a Jack London, a Giorgio Manganelli e adesso, in Rubare la notte (Mondadori, pagg. 264, euro 19) ad Antoine de Saint-Exupéry, l'autore del Piccolo principe. Adorato dai bambini per il candore venato di ironia e paradosso, dalle donne per il blasone e il romanticismo che ne circondano la figura, dagli uomini per la temerarietà e la morte da eroe nel 1944, Saint-Exupéry era nato nel 1900 in una delle famiglie più antiche (e periclitanti) di Francia. Fisicamente imponente, lo sgradevole vezzo di stritolare la mano a chi gliela porgeva, il naso «a forma di virgola che punta verso il cielo», adolescente inizia a ronzare attorno a due polacchi impegnati a far decollare un velivolo artigianale. Qualche mese dopo l'apparecchio si schianta al suolo, uccidendo i due polacchi, ma Antoine, invece di spaventarsi, rilancia, trovando il modo di volare con il poco denaro che la madre continua a prestargli finché, diventato maggiorenne, riesce a farsi assumere come aviatore nelle prime ditte che trasportavano la corrispondenza aerea. A cominciare dalla celebre Latécoère, il cui fondatore convinse i ministri della Terza Repubblica a firmare un contratto recapitando a un generale di stanza nel Marocco francese la copia di un quotidiano parigino uscito il giorno prima. E la letteratura? Già da tempo il decadentismo (compreso quello del più noto poeta aviatore in circolazione, Gabriele d'Annunzio) aveva sfumato il confine fra arte e vita, ma Saint-Exupéry si spinge fino a scrivere mentre vola, rischiando di essere licenziato; forse un punto di svolta si ha nel '34, quando sul passaporto, alla voce professione, «aviatore» cede il passo a «letterato».

Il capitolo donne (non tutte lo trovavano così dolce e poetico; e il matrimonio fu problematico), il trasferimento in Sudamerica (Buenos Aires gli sembrava «una gigantesca forma di pane mal cotto», ma volerà per portare la posta in Patagonia, quasi al polo Sud), l'impegno nella Seconda guerra mondiale sono altrettanti momenti di un'esistenza eccezionale minacciata da innumerevoli vuoti d'aria, e sulla quale ancora oggi aleggiano alcuni psicologici misteri.

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