da Roma
Prima di tutto cè «il cordoglio e lammirazione per i nostri alpini». Ma poi scatta la riflessione sulla linea che prenderà la politica estera con la nuova maggioranza: un dibattito di questi due giorni «conferma - dice Andrea Ronchi, portavoce di Alleanza Nazionale, che esprime le condoglianze a nome del partito - le critiche che avevamo mosso in campagna elettorale sulle posizioni contrastanti allinterno dellUnione in politica estera. E infatti Cento ora convoca i pacifisti, Rizzo chiede il ritiro immediato e Minniti sostiene il contrario. Con quale credibilità LItalia si presenta agli occhi internazionali con un Unione così lacerata?».
Onorevole Ronchi, crede che il dibattito sullAfghanistan creerà delle spaccature anche in Parlamento?
«È chiaro che sia nel campo afghano come in quello iracheno cè un attacco di chi non vuole un progresso della democrazia. E credo che ci sia una complicità morale di chi dice che bisogna andare via subito. Rientrare non vuol dire scappare».
Emma Bonino ha posto anche il problema dellIrak, chiarendo che il programma dellUnione prevede un ritiro concordato. Cosa ne pensa?
«I tempi vanno chiaramente concordati con le autorità irachene, ma nellUnione cè chi, come lonorevole Pdci Rizzo, propone di dare alle truppe solo i soldi per la benzina e per tornare indietro. Così si spalanca il campo a ci sta sferrando un attacco violento a chi vuole costruire la democrazia».
Perché secondo lei è a rischio la credibilità del Paese?
«È molto pericoloso se lUnione discute il ritiro dallAfghanistan, che è una missione sotto legida dellOnu. La nuova maggioranza è vecchia. Ci sono dei nodi irrisolti che sono drammaticamente presenti e che non si possono sciogliere se non con dei compromessi a discapito dellItalia. Il fronte della sinistra radicale e massimalista è il vero motore dellUnione».
Quale sarà la linea di An e della Cdl in Parlamento al momento della discussione sul rifinanziamento delle missioni?
«Sarà coerente con la linea che ha portato con Berlusconi, Fini alla credibilità internazionale, ossia stare al fianco del popolo afghano e iracheno per combattere chi contrasta la stabilizzazione e la democrazia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.