Ronde, la chiamata alle armi non funziona

I VOLONTARI Gli unici a voler pattugliare le periferie sono i poliziotti in pensione

La chiamata alle «armi» dei milanesi ha fatto flop. Chi pensava che il regolamento sulle ronde facesse scattare la corsa dei volontari a presidiare il quartiere si è sbagliato. Di grosso. A oltre due mesi dal decreto del Viminale, solo un’organizzazione ha presentato la richiesta in prefettura per essere inserita nell’elenco ufficiale. Si tratta dell’associazione Poliziotti italiani, ex agenti in congedo che già da un anno pattugliano - senza armi - le periferie milanesi. A questo punto c’è da sperare che l’associazione abbia tutte le carte in regola per essere eletta ronda ufficiale. Scaduta la fase transitoria concessa dal decreto, il gruppo a febbraio dovrà adeguarsi alle nuove regole e cambiare la pettorina gialla di adesso. Milano, con il bando sui presìdi antidegrado dell’anno scorso, ha anticipato le ronde permettendo a tre associazioni (Poliziotti italiani, City angels e Blue Berets) di scendere in campo. Ciascuna con la propria uniforme. Ma il varo della nuova legge ha di fatto rappresentato un giro di vite. Le polemiche sull’adesione del presidente dei Blue Berets a un’organizzazione di estrema destra ha spinto il Comune a revocare l’autorizzazione dei pattugliamenti.

E i City Angels, al momento, non sembrano intenzionati ad accreditarsi come volontari della sicurezza in prefettura. Stefano Bolognini, assessore alla Sicurezza, sostiene sia solo questione di tempo. I volontari, spera, arriveranno, anche nell’hinterland.

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