Ronin «live» all’Ortosonico di Giussago

Atmosfere alla David Lynch per un gruppo rivelazione

Marco Guidi

Si racconta che il progetto Ronin nacque una sera del 1998 a Pesaro, quando Bruno Dorella suonava la batteria con i Wolfango. Pioggia a catinelle, band dietro le quinte, concerto sospeso. Sino a quando sul palco non sale, infischiandosene del maltempo, uno sconosciuto gruppo acustico slavo. Due ore trascinanti di esibizione, sotto gli occhi estasiati del Dorella. Niente suoni distorti, martellate alla batteria e voci gracchianti, tutte cose di cui il musicista si occupava ai tempi. Quella ascoltata nell’uggiosa serata marchigiana era invece una melodia lenta, nostalgica, quasi triste. Ma terribilmente toccante. Nella mente di Dorella si fece così strada l’idea di formare una band che facesse rivivere le sonate balcaniche di una volta, impolverandole con un po’ di sano spirito underground. I Ronin, appunto, di scena stasera all’Ortosonico di Giussago, provincia di Pavia.
La storia ufficiale del gruppo partì invece nel giugno del 2002, con la realizzazione del primo Ep omonimo. In precedenza l’ex batterista dei Wolfango, nonché frontman degli Ovo e boss della casa di produzione indipendente Bar La Muerte, aveva speso buona parte del suo tempo a trovare adesioni al progetto. Nove membri in tutto per un complesso che riesce nell’impresa di mettere insieme una violoncellista islandese, un dj techno e un sassofonista. Più qualche collaboratrice d’eccezione, come le cantanti Sara Lov e Mae Starr. La critica cominciò ad accorgersi dei Ronin più che altro attraverso i concerti e le apparizioni nelle riunioni musicali.
La vera ribalta arrivò due anni dopo con Ronin primo album completo del gruppo, prodotto dall’emergente etichetta varesina Ghost Records. Gli elogi si sprecarono nelle recensioni di tutti i magazine del settore. Un disco che evoca ricordi di paesaggi lontani, fatto di note da colonna sonora di un film di David Lynch. E una delle canzoni dell’album, I’m Just Like You, venne inserita davvero nelle musiche di una pellicola, quella del regista Vittorio Moroni, Tu devi essere il lupo. Non è chiaro se il nome della band sia dovuto ai samurai giapponesi «alla deriva» nel periodo del condottiero Tokugawa o semplicemente al film di John Frankenheimer del 1999 con Robert De Niro e Jean Reno.

Oppure ancora alla versione moderna del termine nel paese del Sol Levante, che sta indicare gli studenti non ammessi all’università. Di sicuro c’è che i Ronin sono ancora in pista.
Ronin, Ortosonico di Giussago, Cascina San Colombanino, ore 22, info 0382-933585, ingresso 10 euro

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