Rosa Curcio

Nacque nel 1877 a Ispica, in provincia di Ragusa. Caratterino tutto pepe, fece le elementari e avrebbe voluto continuare, ma nella Sicilia di quel tempo non pareva necessario che le donne andassero oltre il saper leggere e scrivere. Per fortuna la sua casa possedeva la notevole biblioteca paterna e Rosa si buttò avidamente nella lettura di tutto quel che capitava. Quando si imbattè nella biografia di s. Teresa d’Avila fu presa dalla smania di farsi carmelitana (nota del sottoscritto: a furia di compulsare vite di santi mi sono imbattutto parecchie volte in esistenze rivoluzionate dalla lettura di quella biografia) e il padre vide in breve tempo la sua casa trasformata in una specie di convento da quella scatenata di Rosa e le amiche da lei plagiate. Non le resistette nemmeno il vescovo, che nel 1911 affidò al gruppetto un convitto per bambine orfane o disagiate a Modica. Rosa intanto contattava i carmelitani di Catania e si faceva terziaria col nome di suor Maria Crocifissa. Ma con il nuovo vescovo arrivarono i problemi. Solo che quest’ultimo non aveva fatto i conti con la Curcio. Questa si rivolse al provinciale dei carmelitani, il quale sistemò ogni cosa facendo trovare sede e cardinale protettore a Santa Marinella, vicino a Roma.

Da lì si arrivò al papa Pio XI, che trovò anche il nome alla nuova congregazione: Suore Carmelitane Missionarie di Santa Teresa del Bambino Gesù (canonizzata nel 1925). La Curcio ne fu, naturalmente, superiora e tale rimase fino all’ultimo. Quasi subito la nuova famiglia religiosa si espanse in Italia e all’estero. La fondatrice morì nel 1957.

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