Alla faccia della crisi, anzi della recessione come paventa il ministro allo Sviluppo Economico Corrado Passera, gli oltre cento biglietti per la prima alla Scala messi in vendita dal Comune sono andati a ruba. A due giorni da santAmbrogio ne sono rimasti a disposizione solo nove che, sommati ai sette di botteghino, fanno 16 posti a disposizione del primo che è pronto a sborsare attorno ai 2 mila cadauno.
La prima della Scala del resto è uno dei principali eventi planetari e richiama un pubblico internazionale, poco propenso a guardare il prezzo pur di esserci. Se poi consideriamo che invece di una opera di quattro o cinque ore, magari in tedesco o russo, questanno è in programma uno dei capolavori mozartiani cè poco da sorprendersi. E così anche questo santAmbrogio il Piermarini sarà pieno in ogni ordine di posti, poco meno di 2mila posti in totale, nonostante il Comune abbia voluto mettere sul mercato i cento e passa biglietti che tradizionalmente la Scala riserva a palazzo Marino.
Giuliano Pisapia ha infatti voluto dare un segno di sobrietà quasi francescana rinunciando agli ingressi solitamente riservati ad assessori e «grand commis» di palazzo Marino. Tanto mercoledì sera lui e signora ci saranno comunque, stretti tra i presidenti di Repubblica e Consiglio, nellex palco reale, ora presidenziale. Gli altri rimarranno invece a bocca asciutta in quanto i tagliandi «comunali» sono stati restituiti alla Scala chiedendo siano messi in vendita e con il ricavato finanziare attività di interesse sociale a Milano ma anche in Liguria e Toscana colpite dallalluvione.
Nonostante i prezzi non proprio popolari, quasi tutti da 2.400 euro, qualcuno da 1.440 e pochi da 840, i biglietti sono andati rapidamente esauriti. E a tre giorni dallevento il pacchetto si è ridotto a nove tagliandi: per la precisione otto da 2.400 e uno 1.440 euro.
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